mercoledì 28 ottobre 2009

Telecom fuma il bond della pace. E Telefonica accelera sul Brasile

Le aspettative del D-Day, da qualche settimana, si sono un po’ sgonfiate. Con tutta probabilità domani nessuno dei soci di Telco farà il fatidico passo indietro. Questo non significa che l’atmosfera ai piani di alti di Telecom sia serena e distesa. In primo piano resta, ovviamente, l’affaire Telefonica. Ma in agenda ci sono anche le strategie future, le contromosse rispetto alle offensive della concorrenza nonché la verifica del management. Non ultimo il bilancio, di cui ieri Mediobanca ha certificato ancora una volta le difficoltà: con i suoi 39,7 di buco il colosso delle tlc è al secondo posto (dopo l’Enel) delle società più indebitate d’Italia.
Ad aumentare un po’ la tensione ci ha pensato anche la Consob, che ieri ha avviato una serie di accertamenti sull’andamento anomalo registrato dal titolo in avvio di seduta in Borsa. La Commissione ha individuato consistenti ordini di vendita da parte di alcuni operatori. Da quanto è finora emerso si sarebbero verificate stop loss (ordini di vendita a un determinato prezzo predefinito) che avrebbero mandato Telecom in asta di volatilità a causa di una momentanea illiquidità del titolo. Sulla vicenda sono scesi in campo anche i piccoli azionisti riuniti nell’associazione Asati, che ha chiesto all’authority guidata da Lamberto Cardia di verificare «se sono in corso operazioni speculative non trasparenti». Il titolo è comunque andato a picco, con una chiusura in calo del 3,19% a 1,12 euro.
Ma sotto i riflettori resta comunque l’assetto societario. Allo studio Chiomenti i legali sono ancora al lavoro sugli ultimi dettagli, ma la versione definitiva del patto che lega Mediobanca, Generali, Intesa, i Benetton e Telefonica in Telco (la holding che controlla il 24,5% di Telecom) dovrebbe ormai essere pronta. Il nuovo accordo ricalca quello in scadenza ad aprile 2010 con una durata triennale, ma con una possibilità di recesso in una finestra che dovrebbe aprirsi dopo 18 mesi. Ma nel governo e nella comunità finanziaria si continua a discutere del socio scomodo. Malgrado il pressing di Palazzo Chigi e di Marco Fossati (che controlla il 5% di Telecom ma è fuori da Telco) Cesar Alierta non sembra intenzionato a mollare. Anche nell’ultimo incontro con gli investitori l’ad di Telefonica ha ribadito che il gruppo è «completamente impegnato» nell’alleanza con Telecom. Ad aumentare i malumori c’è anche l’attivismo in Brasile, dove Telefonica sta spingendo sull’acceleratore per conquistare Gvt, il quarto operatore nazionale di tlc. Per l’offerta da 2,55 miliardi Alierta ha sguinzagliato, come advisor, JPMorgan e Banco Santander, incurante del rischio di riaprireun contenzioso con l’Antitrust locale, che ha già costretto Telecom a cedere la propria quota in Brasil Telecom. Sul fronte del debito, c’è infine la questione legata al rifinanziamento di Telco, gravata da 3,5 miliardi di buco. È molto probabile che venga emesso un bond (si parla di 2,6 miliardi) visto che non tutti gli azionisti (in particolare i Benetton) sono disponibili a partecipare a un aumento di capitale.
Nell’attesa, Telecom, nell’ambito del protocollo di intesa col ministero dell'Istruzione ha lanciato “lo studio con Tim”, la prima iniziativa di questo genere in Italia volta alla diffusione dell’Ict nelle scuole e tra gli studenti.

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