sabato 24 ottobre 2009

Le big di Piazza Affari lasciano indietro i Btp

Una brutta notizia per i bot-people. Per quanto volubile e imprevedibile, Piazza Affari resta il posto più sicuro dove mettere i nostri soldi. Una follia? Guardando le serie storiche diffuse ieri da Mediobanca non si direbbe. Negli ultimi 25 anni e mezzo le blue chips quotate hanno superato di 8,9 punti i titoli di Stato in termini di rendimento complessivo, dividendi inclusi. Come emerge dalla pubblicazione di Piazzetta Cuccia “Indici e Dati”, le maggiori azioni hanno reso il 17,1% annuo contro l’8,2% dei Btp. Follia nella follia, tra i titoli più sicuri ci sono proprio quelli del settore più colpito dalla crisi. I rendimenti medi annui più elevati sono infatti di Intesa (+12,2%), Alleanza Assicurazioni (+10,5%), Mediobanca (9,8%) e Unicredit (9,7%).
Ma meglio dei titoli di Stato riescono a fare anche le mid-cap, cioè le aziende a media capitalizzazione. Dal gennaio 1996 al 14 ottobre 2009 il rendimento complessivo del comparto è del 10,2% medio annuo, mentre la Borsa nel suo complesso ha reso l’8,4%. In ogni caso, meglio essere cauti. Investendo 100 euro nella Borsa ad inizio del 1928, tenuto conto di dividendi ed inflazione, oggi si avrebbero quasi trecento euro (pari all’1,8% medio annuo), ma ci si sarebbe potuti trovare in perdita fino alla fine del 1992 (89 euro, pari al -0,2% medio annuo), 65 anni dopo.
Addio bancocentrismo
Detto questo, gli effetti della crisi si sono fatti sentire. Il terremoto finanziario ha riportato la capitalizzazione della Borsa indietro di 11 anni. Cala non solo il valore complessivo (a giugno 390 miliardi, poi risaliti a metà ottobre a 480 miliardi, come nel 1998), ma ha il peso del settore bancario per capitalizzazione (il 25,4% da oltre il 30%) e all’8,8% l’assicurativo (metà rispetto al 1998). Nel contempo la componente industriale, che era del 55,9% nel 2005, è salita al 65,8%. Il monte dividendi si è dimezzato a 16,6 miliardi nel 2009 dai 31,4 miliardi del 2008. Mentre nei primi sei mesi del 2009 sono stati realizzati aumenti di capitale per 15,2 miliardi, la cifra più alta da 10 anni a questa parte. Nel confronto mondiale Piazza Affari, resta al 18esimo posto tra i 24 principali mercati. Al primo posto svetta Nyse Euronext nella sua componente Usa, con 6.978,6 miliardi (erano 11.385 nel 1999). Seguono Tokyo e il Nasdaq. Shanghai balza al quarto posto, scalzando Nyse Euronext Europa, Londra e Hong Kong. La palma per crescita della capitalizzazione va alla Borsa russa (+1.016% dal 1999).
Il calcio batte la crisi
Nei quasi due anni di bufera dal gennaio 2008 a metà ottobre 2009 (in cui Piazza Affari ha perso il 38%) solo 20 titoli sono sopravvissuti. La performance migliore è di Bastogi (+123%), seguita da Diasorin (+81%), Gemina rnc (+76%) e Ansaldo Sts (+58%). Fondo classifica per Seat (-89%) e Risanamento (-87%). Ma la vera sorpresa sono le società del calcio. Per la Roma il bilancio è un brillante +33%, davanti alla rivale Lazio (+31%), mentre la Juventus si ferma a +1%.

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