sabato 3 luglio 2010

Tagli alle tredicesime di poliziotti e pm

Forse non è l’emendamento annunciato un paio di giorni fa da Giulio Tremonti. Certo è che per i magistrati, a poche ore dalla conclusione dello sciopero, una sorpresa è arrivata. Una sopresa natalizia, malgrado il calo torrido, visto che in ballo ci sono le tredicesime. A prevedere la sforbiciata sulla mensilità aggiuntiva della retribuzione è un emendamento presentato ieri sera dal relatore della manovra Antonio Azzollini. Pm e giudici non saranno da soli. Accanto a loro c’è l’intero comparto della sicurezza (poliziotti, militari, vigili del fuoco), nonché i professori universitari, i ricercatori e i diplomatici. Per tutti il testo prevede la possibilità di una riduzione delle tredicesime al fine di «assicurare risparmi di spesa».
Una beffa? Non del tutto. La proposta è infatti collegata, nel rispetto del principio tremontiano dei “saldi e dei soldi invariati”, ad una rimodulazione del congelamento degli stipendi della Pa. Le retribuzioni dei pubblici dipendenti nel 2011, 2012 e 2013 non potranno superare quelli del 2010. Un emendamento di Azzollini apre però una piccola finestra: il blocco sarà «al netto degli effetti derivanti da eventi straordinari della dinamica retributiva, ivi incluse le variazioni dipendenti da eventuali arretrati, conseguimento di funzioni diverse in corso d’anno, fermo in ogni caso quanto previsto dal comma 21, terzo e quarto periodo, per le progressioni di carriera comunque denominate, maternità, malattia, missioni svolte all’estero, effettiva presenza in servizio».
In altre parole, chi riceve una promozione o è in attesa di una gratifica arretrata, potrà derogare al blocco. A pagare per lo sforamento di spesa conseguente sarà il personale «di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2001 numero 165», ovvero, tra gli altri, magistrati ordinari, amministrativi e contabili, avvocati e procuratori dello Stato, personale militare e delle Forze di polizia, personale della carriera diplomatica e della carriera prefettizia. La tredicesima mensilità spettante a queste categorie, si legge nel testo, «può essere ridotta con decreti non regolamentari su proposta dei ministri competenti di concerto con il ministero dell’Economia e delle Finanze; con decreti è fissata la percentuale di riduzione necessaria ai fini del conseguimento del predetto risparmio di spesa».
L’unica eccezione, manco a dirlo, sarà proprio per le toghe. Per i magistrati, infatti, il decreto che stabilirà l’entità dei tagli sarà emanato «su conforme delibera degli organi di autogoverno». Vale a dire che senza il placet del Csm nessuno potrà tagliare niente.
Novità in vista anche per il settore farmaceutico. I tagli per il settore previsti dalla manovra  saranno spalmati su tutta la filiera e non riguarderanno solo le farmacie e i grossisti ma anche le aziende. L’emendamento presentato da Azzollini prevede anche l’adeguamento a partire dal 2011 del prezzo dei farmaci equivalenti alla media dei prezzi europea che è più bassa rispetto a quella italiana. Viene inoltre prevista l’apertura di un tavolo di confronto tra il ministero della Salute, dell’Economia, dell’Aifa e delle associazioni di categoria per introdurre una remunerazione fissa per tutti i tipi di farmaci e non più proporzionale al loro costo come avviene attualmente. In particolare, l’emendamento del relatore stabilisce che «la quota minima spettante per i farmaci di classe A (tutti i farmaci gratuiti per i cittadini) scende dal 6,65% al 3% per i grossisti, mentre aumenta dal 26,7% al 30,35% per i farmacisti. Entro 60 giorni dall’approvazione della legge, poi, dovrà partire un tavolo tecnico per la revisione dei criteri di remunerazione della spesa farmaceutica secondo questi criteri: «Estensione delle modalità di tracciabilità e controllo a tutte le forme di distribuzione dei farmaci; possibilità di introduzione di una remunerazione della farmacia basata su una prestazione fissa in aggiunta a una ridotta percentuale sul prezzo di riferimento del farmaco, che, stante la prospettata evoluzione del mercato farmaceutico, garantisca una riduzione della spesa per il Servizio sanitario nazionale».
Infine, entra in manovra la mini-naja. Un altro emendamento del relatore prevede l’introduzione per i giovani di corsi brevi, non superiori a tre settimane da svolgersi presso «reparti delle Forze armate». Si tratta di una novità introdotta «in via sperimentale per un triennio». I corsi sono «intesi a fornire», si legge nell’emendamento, «le conoscenze di base riguardanti il dovere costituzionale di difesa della Patria, le attività prioritarie delle Forze armate, in particolare delle missioni di pace a salvaguardia degli interessi nazionali».

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