giovedì 8 luglio 2010

Tremonti insiste: «Tagli necessari nessun dispetto»

«I saldi sono e saranno intangibili» e «i tagli alla Pa servono ad evitare il rischio Grecia». Questo probabilmente ribadirà Giulio Tremonti domani quando incontrerà insieme al premier Silvio Berlusconi i rappresentanti delle Regioni. L’annuncio dell’incontro è arrivato al termine di una giornata infuocata in cui i governatori hanno di nuovo minacciato la restituzione delle deleghe sulle competenze assicurando che la conferenza Stato-Regioni, inizialmente prevista per oggi con il ministro Raffaele Fitto, sarebbe stato disertata in mancanza di un confronto con il Cavaliere.
L’idea è che un faccia a faccia con Berlusconi possa mettere all’angolo il ministro dell’Economia. In realtà, il senso della nota congiunta con il premier e della presenza di Tremonti all’incontro di domani sembra far capire che non ci saranno molti margini di manovra. Anche l’annuncio della doppia fiducia in Senato e alla Camera va in questa direzione. Lo slittamento dei lavori, con la manovra che arriverà in aula solo martedì, salva la forma. Ma è difficile che dal vertice governo regioni possa scaturire qualche marcia indietro.
Nel dimostrare la necessità dei tagli nel lungo comunicato diffuso in serata il titolare di Via XX Settembre ha incollato la parte iniziale della sua Relazione alle Camere sul federalismo fiscale, depositata il 30 giugno.
La spesa consolidata, si legge nella nota, «è pari a 799 miliardi. La spesa statale non consolidata è pari a 459 miliardi. La spesa delle amministrazioni locali non consolidata è pari a 255 miliardi di euro». Ed ecco il punto: «Sugli oltre 170 miliardi di competenza delle Regioni, l’incidenza della manovra è pari al 3% circa. Percentuale che da un lato non può essere ridotta, dall’altro lato è recuperabile nella forma di possibili economie di bilancio».
È un problema di prospettiva, scrivono Tremonti e Berlusconi. Assumendo quella giusta, «è assolutamente evidente che l’incidenza complessiva della politica di rigore operata in questi anni è stata, è e sarà nell’insieme distribuita su tutte le voci che sono parte del bilancio dello Stato. Ciò considerando non solo questa manovra ma anche la legge finanziaria triennale che, a sua volta, si aggiunge agli altri interventi fatti nel passato». In conclusione, «ciò che viene rilevato ora come squilibrio a carico dei governi locali va valutato in base a ciò che è già stato operato a carico del governo centrale. Ciò rende oggettivamente impraticabile l’ipotesi di uno spostamento interno alla manovra, da una voce all’altra».
Detto questo, premier e ministro, si dicono disponibili a mettere «il massimo impegno nella nella possibile congiunta ricerca dei termini di effettività, realizzabilità, sostenibilità dei piani di rientro».
Secondo il governatore del Lazio, Renata Polverini, che ieri ha incontrato Tremonti e Berlusconi insieme al governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, significa che il governo concederà «più tempo» alle cinque Regioni del Sud alle prese con gli enormi deficit sanitari.
Se il Mezzogiorno incassa la proroga, il battagliero presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, sembra per ora accontentarsi del vertice di domani: un «primo passo utile».

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