sabato 10 luglio 2010

Schiaffo alla Lega: zero sconti sulle quote latte

Per il relatore Antonio Azzollini è il terzo passo falso dopo le pensioni e le tredicesime. Ma a finire a gambe all’aria, questa volta, è la Lega Nord, che aveva ispirato e voluto l’emendamento sulle quote latte. Lo stop, secco ed inequivocabile, è arrivato via fax al dipartimento per i Rapporti col Parlamento e, per conoscenza, al Tesoro e all’Agricoltura. La presidenza del Consiglio «esprime parere contrario all’ulteriore corso» della proposta di modifica alla manovra che prevede lo slittamento del pagamento delle multe alla Ue sulle quote latte fino al 31 dicembre 2010. Ad uscire vittorioso dalla vicenda è il neoministro dell’Agricoltura, Giancarlo Galan, in forte polemica, su questo tema, con il suo predecessore del Carroccio, Luca Zaia.
L’attuale governatore del Veneto era infatti intervenuto più volte, anche in sede europea, per difendere i Cobas del latte, che rappresentano poche centinaia di allevatori su un totale di 40mila attivi in Italia. E lo stesso Umberto Bossi aveva promesso a Pontida che non li avrebbe abbandonati.
Sulla strada del Carroccio si è però posto con forza Galan, che non solo ha minacciato le dimissioni in caso di mancato ritiro dell’emendamento ma ieri ha anche sparato direttamente su Zaia sostenendo che la sua legge-sanatoria è servita a difendere solo 67 allevatori.
Per il resto, in attesa dell’incontro di oggi tra le Regioni e Silvio Berlusconi, ieri la commissione Bilancio ha dato il via libera al nuovo pacchetto fiscale per le imprese, alla rimodulazione dei tagli ai magistrati, alla correzione sui certificati verdi e all’anticipo della libertà d’impresa.
Una novità di rilievo è invece arrivata sulla copertura sia del fondo perequativo da 160 milioni per le forze armate e la polizia sia per i 50 milioni strappati in zona Cesarini da Gianni Alemanno per la Capitale. Entrambe le voci di spesa saranno finanziate con il maggiore gettito proveniente  dalla stangata sulle assicurazioni.
Malgrado la secca opposizione dell’Ania, con il presidente Fabio Cerchiai, che ieri ha definito il nuovo balzello «assurdo e incoerente», la commissione Bilancio ha infatti dato il via libera al provvedimento che determina un incremento di tassazione di circa 234 milioni l’anno, con il primo pagamento già a novembre in occasione del secondo acconto Ires per il 2010.

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