mercoledì 14 luglio 2010

Il manovratore Giulio trionfa in Europa e bacchetta Sacconi

In serata è Silvio Berlusconi, in una nota, a sottolineare che «il governo ha a cuore l’interesse dei cittadini e perciò intende portare a rapida approvazione la manovra che stabilizzerà il bilancio pubblico come ha chiesto l’Europa».
Ma, come aveva preannunciato lui stesso lunedì sera, ieri è stato il giorno di Giulio Tremonti, che dopo aver incassato il pieno sostegno di Bruxelles si è tolto anche qualche sassolino dalla scarpa. Come quello sul superamento del tetto a 40 anni dei contributi pensionistici. Altro che “refuso”, ha spiegato il ministro smentendo quello che per giorni è stato considerato una sorta di errore materiale del povero relatore Antonio Azzollini. Era semplicemente, ha detto Tremonti, «un tentativo di ulteriore rigore di bilancio». Tentativo su cui, evidentemente si è consumato uno dei tanti duelli interni alla maggioranza con la vittoria finale del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che ha ottenuto la correzione della norma.
Complessivamente, comunque, il ministro ha assicurato che sulla finanziaria non c’è stato «nessun arretramento, né sui numeri, né sui contenuti». Anzi, nel corso delle settimane il testo «è migliorato». Il via libera dei colleghi europei è arrivato mentre al Senato è iniziata la discussione generale. Discussione che culminerà col voto di fiducia.
«È stato valutato come l’Italia abbia adottato misure efficaci ed adeguate, perfettamente in linea con gli impegni presi», ha detto il titolare di via XX settembre. Spiegando che la manovra è dettata dall’Europa «ma sarebbe stata comunque necessaria, visto che riflette la situazione dell’elevato debito pubblico e dei mercati».
Nel testo approvato dalla Ue (che ha dato l’ok anche a Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Portogallo) si sottolinea che «il governo italiano ha finora agito conformemente alle raccomandazioni». Insomma, la manovra targata Tremonti viene ritenuta credibile per poter portare, come previsto, il disavanzo dal 5,3% del 2009 al 2,7% nel 2012.
Quanto al debito, che stando ai dati di Bankitalia ha raggiunto un nuovo record a maggio (1.827 miliardi), Tremonti assicura che «il debito pubblico è di enorme rilevanza, ma non esclusiva». «Non farei a cambio», ha concluso, «con Paesi che hanno un debito pubblico più basso ma uno privato quattro volte più grande».
A Roma, intanto, si attende il maxiemendamento, che dovrebbe essere presentato questa mattina. Tra i nodi principali, oltre al braccio di ferro con le Regioni sui tagli, c’è la questione delle quote latte che ieri ha scatenato proteste bipartisan, ma soprattutto l’intervento di Gianfranco Fini, che ha definito la sospensione delle multe voluta dalla Lega «un esempio di malcostume e di cattiva politica». «Valuterò la questione al mio ritorno a Roma», ha tagliato corto Tremonti.

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