giovedì 22 luglio 2010

Santa alleanza fra Farnesina e Tesoro per attirare i fondi sovrani

Infrastrutture, grandi opere, turismo. Per cavalcare i primi segnali di ripresa il governo gioca la carta dei fondi sovrani. Entro il prossimo 5 agosto, ha spiegato ieri Franco Frattini dal Salone di Farnborough (Londra), si riunirà il Comitato strategico per valutare la presenza e l’interesse di investitori arabi e asiatici, in particolare cinesi, nel nostro Paese. L’organismo coordinato dal ministero degli Esteri e da quello dell’Economia, Giulio Tremonti, è nato due anni fa più per arginare eventuali assalti ai gioielli italiani messi in difficoltà dalla crisi che per favorire occasioni di business dall’estero. Ora, però, il Tesoro e la Farnesina vogliono trasformare l’insidia in opportunità.
 Il comitato presieduto da Enrico Vitali ha del resto già individuato le aree di intervento. Principalmente made in Italy e Pmi, dove l’investimento, è consigliabile e non presenta rischi. Più garanzie servono invece nel settore bancario e in quello delle comunicazioni, dove l’ingresso è possibile (poche settimane fa il fondo di Abu Dhabi è entrato con il 5% in Unicredit, affiancandosi ai libici già presenti nel capitale dell’istituto di credito) solo a fronte di garanzie. Vi sono ovviamente settori, come ha ribadito ieri Frattini, esclusi in partenza dal raggio d’azione dei fondi sovrani. Tra questi c’è quello della difesa. Finmeccanica, insomma, non si tocca. Anzi, il ministro degli Esteri ci ha tenuto a sottolineare che «è compito del Governo riaffermare la fiducia e il sostegno ad un gruppo di interesse strategico nazionale» come quello guidato da Pierfrancesco Guarguaglini. Frattini ha poi escluso che ci siano complotti, ma ha anche spiegato che non «ci sono molti gruppi al mondo come Finmeccanica, che sappiano fare altrettanto». E quando è difficile combattere sul terreno della concorrenza, ha proseguito, «forse si cerca di dare qualche colpo sotto la cintura. Noi a questo dobbiamo reagire con forza». Sul piano industriale, intanto, Finmeccanica reagisce con i numeri. Ieri la controllata Alenia Aeronautica ha messo a segno un nuovo contratto per i Superjet che costruisce con la russa Sukhoi:  la società di leasing Pearl Aircraft Corporation  ha acquisto 30 velivoli per un valore di mercato che supera i 900 milioni di dollari.

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