mercoledì 29 giugno 2011

I Bot alle stelle rafforzano Giulio

Pazzo o no, di sicuro Giulio Tremonti non è un uomo sfortunato. Alla vigilia di un confronto con la maggioranza sulla manovra e sulla riforma del fisco che si preannuncia durissimo, il ministro dell’Economia riceve un aiuto prezioso dai mercati finanziari che ieri hanno registrato il nuovo record storico del premio di rendimento pagato dai Btp decennali italiani rispetto al corrispettivo tedesco.

I numeri ai più potranno sembrare insignificanti, ma il titolare di Via XX Settembre sa che quei 223 punti base che dividono i titoli di Stato italiani da quelli tedeschi (il massimo dal 1999) sono il suo miglior alleato nel contrastare gli attacchi, alcuni, come quello del sottosegretario alla Difesa Crosetto, durissimi, che hanno segnato l’avvicinamento al duello di oggi. A fare i conti è Emma Marcegaglia, che ieri, dopo le notizie sull’abolizione dell’Irap, ha rotto gli indugi e si è schierata al fianco del ministro («La bozza Tremonti è molto interessante»). Lo spread Bund-Btp, ha avvertito la presidente di Confindustria, «è un problema enorme. Con il nostro debito pubblico ogni cento punti base a regime si traducono in 16 miliardi in più di deficit». Come se non bastasse ieri si è tenuta la prima asta del Tesoro dopo il faro acceso da Moody’s sulle banche italiane. Risultato: i Bot a sei mesi sono schizzati all’1,99% dall’1,66% dell’ultima asta.

Chi ha sentito Tremonti ieri ha riferito che nella testa del ministro è balenata anche la tentazione di presentarsi al vertice di maggioranza portando questi numeri piuttosto che quelli della manovra. Con il rischio di finire nel mirino della speculazione internazionale ha ancora senso discutere di tagli lineari o selettivi?
Alla fine, però, Tremonti, che ha passato la giornata più che a leggere gli articoli sulla manovra a scandagliare le cronache giudiziarie delle inchieste che lambiscono via XX Settembre con il coinvolgimento del suo ex braccio destro Marco Milanese, porterà al vertice le carte giuste, quelle con le misure circolate ieri. Tagli su pubblico impiego e costi della politica, tassa sulle rendite finanziarie, soppressione dell’Ice e innalzamento a 65 anni per l’età pensionabile delle donne nel privato. Con il piatto forte sul fisco: tre sole aliquote (20-30-40%) e cinque sole imposte. L’Iva salirà di un punto, mentre l’Irap sarà abolita gradualmente da qui al 2014.

Ma la bozza è tutt’altro che definitiva, com’è nello stile del ministro. I tecnici del Tesoro sono al lavoro da giorni e ci resteranno probabilmente fino a qualche ora prima del consiglio dei ministri previsto per giovedì mattina.
Oggi, comunque, per evitare di essere sbranato dai colleghi di partito e di maggioranza, Tremonti illustrerà le linee generali d’intervento. Alcune anticipazioni, tanto per evitare che arrivi ancora una volta ad un vertice senza sapere di cosa si parli, il ministro le ha riservate anche al premier che ieri ha incontrato a Milano, dov’erano entrambi per motivi di lavoro. Le indiscrezioni non parlano di litigi. Anzi,  Silvio Berlusconi avrebbe ribadito al ministro la sua estraneità rispetto all’aggressione di Crosetto. Ma c’è chi assicura che il Cavaliere abbia fatto capire con chiarezza che la situazione impone un taglio netto. Non alla spesa, ma al metodo Tremonti.

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