giovedì 23 giugno 2011

Trenitalia mette le ali: Milano-Roma in 2 ore e 20

Roma-Milano in due ore e venti minuti, 27 miliardi di investimenti e ricapitalizzazione di Trenitalia senza bussare alla porta dell’azionista. Non ha davvero rinunciato agli effetti speciali, Mauro Moretti. Il piano industriale 2011-2015 delle Fs è zeppo di novità, a partire dal nome del gruppo, che da oggi è Ferrovie dello Stato Italiane. Un modo per strizzare l’occhio ai centocinquant’anni dell'Unità, ma anche per prepararsi ad aggredire i mercati esteri con il marchio vincente del made in Italy. Tra i punti principali del nuovo piano infatti l’espansione internazionale del gruppo ricopre sicuramente un ruolo strategico.

Resta esclusa per ora la Francia, che continua a bloccare alla frontiera non solo gli immigrati, ma pure i treni italiani. «Un grande amore», dice sconsolato l’ad durante la conferenza stampa, «ma per ora le cose vanno male, la joint venture con Veolia per il trasporto locale e regionale è confermata, ma sui collegamenti ad alta velocità tra Italia e Francia continuano a bloccarci con pretesti. Non vedo soluzioni a breve». Meno lontane sembrano invece le sorprese sul fronte della struttura azionaria. Il piano prevede l’ingresso dei privati nel gruppo. E la lettera inviata all’ad da Giulio Tremonti ha fatto subito pensare ad una possibile quotazione delle divisioni ad alta redditività, come quella dell’alta velocità. «Prima o poi, sono certo, qualcuno», scrive il ministro dell’Economia per ora azionista unico, «si presenterà alla vostra assemblea per staccare una ricca cedola di dividendo». Il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, si dice assolutamente favorevole all’ipotesi. Ma Moretti, per ora, mette le mani avanti. Sullo sbarco in Borsa, spiega, «non è stata ancora presa alcuna decisione ed è ancora in corso la discussione con l’azionista». Prima, in ogni caso, «bisogna risanare tutti i settori, compreso il merci, cosa prevista per il 2013». Nell’attesa, si possono «creare partnership per poter valorizzare le attività del gruppo».

I numeri del piano sono ambiziosi. Investimenti per 27 miliardi in cinque anni, di cui 6 in nuovi treni, e un fatturato di gruppo che nel 2015, con le attività estere, punta a superare i 10 miliardi. Abbattimento dei costi operativi di ulteriori 300 milioni con un’incidenza sul fatturato contenuta al 74% e con l’obiettivo di far crescere tutti i principali indicatori di redditività. Altri pilastri del business plan sono poi un’offerta ad hoc per le esigenze di mobilità delle grandi aree metropolitane, e il rilancio del trasporto merci. Una notizia che avrà sicuramente fatto piacere a Tremonti è che il tutto sarà fatto a costo zero per le casse dello Stato. Il Tesoro, assicura Moretti, «non dovrà sborsare un euro neanche per i 900 milioni di euro necessari alla ricapitalizzazione di Trenitalia, che saranno recuperati attraverso le operazioni di cessioni e valorizzazioni di asset previste dal piano».

Tra le cose che qualcuno auspicava, ma che non arriveranno c’è il riassetto societario. Lo scorporo della rete (Rfi) dal perimetro del gruppo non è neanche tra le ipotesi futuribili. «Nessuna direttiva europea lo prevede», spiega l’ad, «e addirittura alcuni Paesi che hanno operato in quel senso stanno facendo marcia indietro».
Per quanto riguarda la sfida ai privati, che almeno nel breve periodo significa alta velocità e Nuovo trasporto viaggiatori di Luca Cordero di Montezemolo, Moretti spinge sull’acceleratore delle performance e delle nuove tecnologie. Grazie ai nuovi treni-missile che viaggeranno a 360 chilometri orari ed alcuni interventi sulla rete, l’ad promette che nel 2015 la Roma-Milano si potrà fare in due ore e venti minuti. Per il concorrente dei cieli Alitalia è chiaro che se la promessa sarà mantenuta ci sarà poco da fare. Per quello di terra Ntv ci sarà parecchio da sudare. 

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