mercoledì 29 giugno 2011

Milanese, Adinolfi e la cena vecchia di sette mesi

Come in tutte le inchieste (italiane) che si rispettino, prima o poi, i conti non tornano. Ma è curioso che ad inciampare nell’inconveniente, questa volta sia proprio l’ex braccio destro del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che a tirare le somme è impegnato tutti i giorni.

Certo, nella concitazione degli interrogatori, delle accuse incrociate, delle intercettazioni che inondano le pagine dei quotidiani ancor prima che le scrivanie dei pm e degli indagati, perdersi per strada qualche dettaglio o sovrapporre un ricordo ad un altro è cosa che può capitare. Ne sa qualcosa Giulio Andreotti, che per dinvincolarsi dall’abbraccio dei magistrati ha dovuto rispulciarsi con pazienza certosina tutte le paginette dei suoi diari e dimostrare di volta in volta che malgrado le tante leggende che girino sul suo conto, con l’ubiquità ancora ha poca pratica. Nessun diario, questa volta, è corso in aiuto del capo di Stato maggiore della Gdf, il generale Michele Adinolfi, ma una più fredda (e ufficiale) cartella clinica.

La vicenda al centro delle attenzioni della procura di Napoli è una cena da cui sarebbe partita la soffiata delle indagini a carico di Luigi Bisignani. Notizia che in base alle ricostruzioni della procura lo stesso Adinolfi avrebbe fatto arrivare a Bisignani attraverso il patron dell’Adn Kronos Pippo Marra. Stando a quanto riportato dai giornali, la prima a parlare di una cena è stata, lo scorso aprile, la compagna di Marco Milanese nonché consigliera anch’essa di Tremonti, Manuela Bravi. Nel corso dell’incontro si sarebbe fatto il nome della presunta talpa da cui uscivano le notizie riservate delle indagini. Ma la la cena che avrebbe fatto scattare i capi di accusa contro Adinolfi sarebbe un’altra (almeno così sembra di capire dagli stralci degli interrogatori pubblicati in questi giorni).

È lo stesso Milanese, che in questa inchiesta non risulta indagato, a parlarne, con dovizia di particolari, spiegando che fu proprio allora che Adinolfi raccontò di aver saputo dell’inchiesta su Bisignani e di aver incaricato Marra di avvertire l’indagato. All’incontro conviviale, secondo Milanese, parteciparono oltre allo stesso Adinolfi, anche Marra, ma non la moglie. Motivo? Era in compagnia del figlio che aveva subito un intervento in ospedale. Ed è qui che i conti non tornano. Secondo il deputato del Pdl, infatti, la cena sarebbe avvenuta tra il settembre e l’ottobre del 2010. Ma la data precisa poco importa. Potrebbe essere anche mesi prima o mesi dopo. Quello che sembra contare davvero è che la cartella clinica del figlio dei Marra, sbandierata dalla difesa di Adinolfi durante il confronto con Milanese davanti ai magistrati, è datata alla vigilia di Natale del 2009. Ovvero sette mesi prima che l’inchiesta su Bisignani fosse partita. Delle due l’una: o è un chiaro caso di preveggenza o qualcuno non dice tutta la verità.

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