mercoledì 8 giugno 2011

Le famiglie tornano a spendere

Saranno pure segnali da prendere con le molle, ancora isolati e discontinui, ma che qualcosa inizi a muoversi è fuori discussione. Dopo la netta contrazione di marzo, l’indicatore dei consumi calcolato da Confcommercio, Icc, segnala ad aprile un aumento dell’1,1% in termini tendenziali e dello 0,4% rispetto al mese precedente. I dati grezzi degli ultimi due mesi, avvertono dall’ufficio studi dell’associazione, in parte influenzati dalla diversa collocazione delle festività pasquali e dal venir meno dell’effetto statistico sugli acquisti di autovetture, vanno interpretati con una certa prudenza. Ma si tratta della prima volta da dodici mesi a questa parte che l’indice anno su anno sale. E al netto delle autovetture il valore del dato congiunturale è il più elevato degli ultimi due anni.


La bottiglia, per ora, la teniamo in frigo. La situazione generale, avverte Confcommercio, continua ad essere caratterizzata da un insieme disomogeneo di elementi positivi e negativi che contribuiscono al permanere di un clima di incertezza sulle prospettive a breve dell’economia. Ma siamo di fronte al dato che aspettavamo da tempo. Dopo i segnali di ripresa della produzione industriale, quelli recenti sulla ripartenza robusta dell’export, l’unica tessera del mosaico che ancora mancava era proprio quella legata alla domanda interna, finora intenzionata a non dare alcun cenno di reazione.
Il movimento di aprile dimostra che la molla dei consumi sta iniziando a ricaricarsi e che potrebbe essere la volta buona per portare l’Italia ad agganciare la ripresa europea.

I timidi segnali di miglioramento sul versante dei consumi attendono ovviamente conferma nei prossimi mesi. Una quota di ottimismo arriva dal recupero registrato a maggio dal clima di fiducia delle famiglie. Un po’ di pessimismo giunge, invece, dalle imprese. Il sentiment degli operatori di tutti i settori produttivi lascia infatti ipotizzare una perdita di slancio della ripresa nel secondo e terzo trimestre dell’anno. Tendenza negativa che sembra confermata anche dai risultati dell’indagine rapida di Confindustria, che segnala a maggio, in termini congiunturali, un incremento dello 0,1% della produzione industriale e dello 0,4% degli ordinativi.
Nel dettaglio, gli italiani hanno consegnati molti soldi alla dea bendata. La domanda per i beni ed i servizi ricreativi ha mostrato, rispetto ad aprile dello scorso anno, un incremento dell’1,4% a cui ha contribuito in larga misura il permanere di un trend espansivo delle spese per giochi, lotterie, scommesse e gratta e vinci. I soldi per tentare la fortuna, anche e soprattutto in tempi di crisi, non mancano mai.
Tra le altre voci la spesa per i servizi di ristorazione e di alloggio ha registrato una crescita tendenziale del 2,0% (dato influenzato dal periodo in cui è caduta la Pasqua). I consumi per i beni ed i servizi per la mobilità sono diminuiti dell’1,3%, confermando una situazione di criticità, con l’unica eccezione del trasporto aereo. Forte infine la domanda di beni e servizi per le comunicazioni, che ha registrato, rispetto allo scorso anno, un incremento del 6,5%. 

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