giovedì 30 giugno 2011

E sui tagli alla casta scende il silenzio

Intendiamoci, nessuno ha mai pensato seriamente che abbassando un po’ la cilindrata delle auto blu si possa risanare il bilancio dello Stato. Con i tagli alla casta si recupereranno spiccioli in confronto all’enormità dei debiti contratti dal Tesoro con Bot e Cct.

Ma il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ci aveva puntato molto sull’impatto simbolico che avrebbe avuto la stretta sui costi della politica, sull’idea che fossero le grisaglie dei Palazzi le prime a tirare la cinghia. Certo, l’intenzione era più che altro quella di liberarsi dall’assedio delle critiche con una mossa ad affetto. Ma gli italiani ci avevano comunque fatto la bocca. Il ministro aveva fatto circolare una bozza di disegno di legge in sette punti messi nero su bianco. Un po’ di demagogia, ma anche una sforbiciata ad antichi privilegi. Tutti i compensi pubblici (compresi quelli dei parlamentari), non potranno superare quelli medi europei; auto blu non oltre i 1.600 di cilindrata; voli di Stato riservati al presidente della Repubblica, al premier e ai presidenti delle Camere. E poi tagli alle dotazioni di Camera, Senato, presidenza del Consiglio, riduzione del finanziamento pubblico ai partiti, election day stabilito per legge. Non solo. Negli ultimi giorni era spuntata persino l’idea di dire basta al doppio stipendio di ministri e sottosegretari (quasi tutti) che occupano anche uno scranno in Parlamento.

Ebbene, nella bozza della manovra, che è l’unico provvedimento di cui si ha certezza sui tempi e sull’esito delle votazioni, non c’è traccia neanche di una virgola che riguardi la casta. Potrebbe spuntare all’ultimo minuto in tempo per finire sul tavolo del Cdm di oggi. Ma la sensazione è che si stia facendo strada l’ipotesi di spacchettare tutto. L’unica questione di cui si è parlato nel vertice di maggioranza è stata quella del doppio stipendio. La misura, che prevede non l’abolizione ma la decurtazione del 50% dell’indennità da ministro o sottosegretario, è contenuta in un decreto legge presentato ai colleghi di governo dal titolare dell’Agricoltura, Saverio Romano. Il testo avrebbe ricevuto un via libera unanime, ma Tremonti lo avrebbe invitato a portare il decreto in Parlamento. E lo stesso, probabilmente, accadrà per le misure messe a punto dallo stesso ministro dell’Economia, che dovrebbero finire in un disegno di legge. Tremonti assicura che le norme entreranno in manovra sotto forma di emendamenti. Staremo a vedere. Per ora nella bozza ci sono pagine bianche. Così come bianca è rimasta la riga che segue la sigla Ice. Non è la prima volta che l’Istituto per il commercio estero, il cui costo potrebbe essere evitato utilizzando altre strutture, è vicino alla chiusura. Alla fine, è sempre lì.

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