venerdì 1 dicembre 2017

Gli immigrati ci rubano anche l'Inps

I numeri di Tito Boeri non fanno una grinza. «Gli immigrati regolari», ha spiegato il presidente dell’Inps qualche tempo fa, «versano ogni anno 8 miliardi di contributi sociali e ne ricevono 3 in termini di pensioni e altre prestazioni sociali, con un saldo netto di circa 5 miliardi». La proiezione sul futuro, sempre secondo l’economista della Bocconi, ci dicono inoltre che senza i lavoratori dall’estero in 22 anni si avrebbero 35 miliardi in meno di uscite e 73 in meno di entrate. In altro parole, ci sarebbe un saldo negativo di 38 miliardi. La conclusione, scontata, è che senza il puntello degli immigrati il nostro sistema pensionistico andrebbe in pezzi.

I numeri di Boeri non sono discutibili. Sia per il ruolo sia per la competenza del professore prestato alla Pubblica amministrazione. La sensazione che non siano completi, però, è forte. Basta guardare i dati diffusi dallo stesso Istituto di previdenza nel periodico osservatorio sui lavoratori extracomunitari per capire che lo scenario sta rapidamente cambiando. E non nel senso che vuole farci credere Boeri.
Nel 2007 in Italia risultavano 1,6 milioni di immigrati regolari conosciuti all’Inps, di cui 1,5 lavoratori (il 97% del totale), 28mila pensionati (1,8%) e 20mila percettori di prestazioni a sostegno del reddito (1,3%), che significa assegni di disoccupazione, di maternità, di invalidità e via dicendo. Di tutti gli extracomunitari regolari, insomma, il 97% stava dalla parte di chi paga, poco più del 3% dalla parte di chi incassa.
Passano gli anni e si arriva al 2016. Le proporzioni, ovviamente, non sono state ribaltate. Ma il quadro tendenziale è assai diverso. I lavoratori sono saliti a 1,9 milioni, ma rappresentano adesso solo il 90% del totale degli immigrati regolari. I pensionati sono saliti, invece, a 88mila, con una percentuale balzata dall’1,8 al 4,1%. Ancora più rilevante il salto compiuto da chi riceve quattrini dall’Inps, anche senza aver versato un contributo. I percettori delle prestazioni a asostegno del reddito sono infatti cresciuti da 20mila a 108mila, con un salto percentuale dall’1,3 al 5%.

È lo stesso documento dell’Inps a certificare l’andamento, del resto chiarissimo, indicato dai numeri. Se si analizza la serie storica delle singole tipologie, si legge nel rapporto, «i lavoratori presentano un andamento altalenante con variazioni negative in particolare negli anni 2013 (-3,1%) e 2014 (-1,4%), mentre i pensionati e i percettori di prestazioni a sostegno del reddito crescono in maniera sostanziale per tutto il periodo fino al 2015». Solo nel 2016 si registra una leggera flessione dei percettori di prestazione. Il che non modifica la sostanza del fenomeno.
Le proiezioni effettuate da Boeri non tengono probabilmente conto del fatto che gli extracomunitari si stanno facendo progressivamente più furbi e stanno rapidamente capendo, cosa che gli italiani hanno già fatto da tempo, che l’Inps è un grande bancomat in grado di erogare soldi a volontà. E senza neanche dover rendere conto a nessuno, almeno finché si proseguirà a mescolare in uno stesso calderone due attività così diverse (soprattutto per i costi a carico della fiscalità generale) come l’assistenza e la previdenza.
Altro che sostegno del sistema previdenziale. Se continua così gli immigrati si mangeranno progressivamente tutta la torta ancora prima che qualcuno riesca ad accorgersene.

© Libero