Se non fossero autorevoli ed esperti economisti di rango internazionale con lunga esperienza ed altissima professionalità si potrebbe dire che i responsabili del bollettino economico della Bce hanno una bella faccia di tolla nel chiedere all’Europa di pretendere che l’Italia e il gruppo dei Paesi più indisciplinati riscrivano le proprie manovre di bilancio sotto dettatura di Bruxelles. Proprio in questi giorni, infatti, le penne di altrettanto stimabili colleghi della Bce hanno prodotto un interessante studio in cui si spiega chiaramente qual è il punto di non ritorno dell’economia italiana, l’inizio del suo declino.
La data non è quella dell’ingresso nell’euro, come molti potrebbero pensare, ma i mesi a cavallo tra il 1996 e il 1997. È da allora che il reddito procapite italiano ha iniziato a precipitare, perdendo molto terreno rispetto a quello della media europea fino a collezionare un gap che oggi si aggira sui 15 punti percentuali. Quei tre-quattro anni che separano il tracollo del nostro Paese dall’introduzione dell’euro sono serviti a frotte di economisti per sostenere che l’Italia sarebbe andata a picco comunque, moneta unica o no. In realtà, il 1996 e il 1997 sono anni importanti, che coincidono con il rientro nel Sistema monetario europeo e l’aggancio della lira all’Ecu. In quello stesso periodo, all’improvviso, la produttività italiana, fino ad allora perfettamente in linea, se non superiore, alla media Ue, ha iniziato ad arrancare. Con un tasso medio di crescita dal 1997 al 2016 dello 0,3%, rispetto all’1,6 del periodo 1980-1993. Difficile spiegare una retromarcia così repentina, che ha trascinato verso il basso crescita e redditi, solo con problemi strutturali italiani, che pure c’erano e ci sono. Eppure, anche di fronte all’evidenza, non solo la Bce e Bruxelles, ma anche i governi italiani continuano a chiedere più Europa. Anche quando l’Europa vuole toglierci fino all’ultima briciola di sovranità politica ed economica. E vuole convincerci, in una perversa rivisitazione del mitridatismo, che a forza di ingerire veleno prima o poi riusciremo persino a guarire.
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