sabato 30 dicembre 2017

L'ultima stangata del governo. In bolletta gli aiuti alle imprese

Non bastavano gli oltre 13 miliardi di incentivi alle rinnovabili che ogni anno vengono caricati sulle bollette. Il governo ha deciso di far pesare sulle spalle delle famiglie anche il piano per il recupero della competività del made in Italy e per il rilancio della crescita. Progetto nobile, che però ci costerà caro. Per la precisione altri 1,7 miliardi spalmati sugli oneri di sistema, una componente che già incide sulla bolletta elettrica per circa il 20%.


Il nuovo sistema di incentivi è stato annunciato in pompa magna un paio di giorni fa. Con il ministro dello Sviluppo economico impegnato a spiegare che dal primo gennaio oltre 3mila imprese manifatturiere potranno usufruire delle nuove agevolazioni per la riduzione della bolletta energetica. In questo modo, ha proseguito, si potrà ridurre il differenziale di prezzo dell’energia elettrica, ottenendo un progressivo allineamento dei costi della fornitura per le imprese italiane ai livelli degli altri competitor europei. Neanche il tempo di festeggiare ed è arrivata la doccia gelata dell’Autorità per l’energia, che ieri ha diffuso l’aggiornamento delle condizioni economiche di riferimento per famiglie e piccoli consumatori nel cosiddetto servizio di maggior tutela, quello dedicato ai clienti che non hanno scelto il mercato libero.
L’aumento previsto per i prossimi tre mesi sarà del 5,3% per la luce e del 5% per il gas. In soldoni, per una famiglia tipo si stima una stangata annua di 535 euro, con un aumento di circa 37 euro (il 7,5%) rispetto ai 12 mesi precedenti, per la bolletta elettrica. Mentre per il gas la tariffa salirà a 1.044 euro, 22 in più (il 2,1%) rispetto al periodo precedente. Per spiegare un balzo del genere dell’elettricità, che raramente si era visto, l’authority mette sul tavolo ben nove fattori concomitanti al rialzo. Dall’incremento dei prezzi all’ingrosso alla ripresa dei consumi fino alla manutenzione degli impianti nucleari francesi, che stanno riducendo sensibilmente il flusso di energia che arriva d’Oltralpe. Al termine del lungo elenco si scopre, però, che ben l’1,9% dell’aumento complessivo è dovuto proprio alla lievitazione degli oneri generali di sistema causata dai nuovi incentivi alle imprese energivore decisi dal governo.
E siccome al danno non viene mai risparmiata la conseguente beffa, a pagare la quota maggiore degli extracosti rischiano proprio di essere le famiglie. Nel tentativo, un po’ maldestro, di spalmare gli oneri con criteri di equità, l’Authority ha deciso che solo il 30% della spesa aggiuntiva verrà fatto gravare sui consumi inferiori ai 1.800 kWh/anno, mentre il restante 70% finirà nelle bollette di chi consuma più di tale soglia. Una suddivisione che potrebbe alleggerire la tariffa di un single e appesantire, all’opposto, quella di una famiglia numerosa. Chiaramente, senza alcun riferimento ai livelli di reddito. Più semplice, anche se non meno facile da digerire, è la variazione verso l’alto della bolletta del gas, che è sostanzialmente legata alla crescita della componente materia prima. Ovvero all’incremento delle quotazioni del gas attese nei mercati all’ingrosso nel prossimo trimestre.

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