giovedì 21 febbraio 2013

Mps: Corte dei Conti e Tar ci scippano 4 miliardi

D-Day per il salvataggio di Mps a nostre spese. Doppio appuntamento, oggi, per i Monti bond. Da una parte il Tar, che dovrà diffondere il verdetto sulla legittimità del prestito da 3,9 miliardi alla banca senese, dall’altra la Corte dei conti, che dovrà dare il via libera definitivo al provvedimento governativo per avviare l’operazione.

Su entrambi i fronti sono sul piede di guerra le associazioni dei consumatori. È ad un loro ricorso che si deve, infatti, il coinvolgimento del tribunale amministrativo del Lazio. I giudici della III sezione ieri sono rimasti chiusi in camera di consiglio per circa tre ore. Al termine della seduta hanno però deciso di rinviare ad oggi la pubblicazione dell’ordinanza. Nel corso dell’udienza sono stati sentiti anche il consulente tecnico del Codacons e i rappresentanti del Tesoro, di Mps e di Bankitalia. I legali dei rappresentanti dei consumatori, attraverso una apposita perizia tecnica depositata al Tar, avrebbero evidenziato come risulti un falso nel bilancio Mps, tale da chiedere ai giudici di girare gli atti alle Procure di Roma e Siena, affinché dispongano ulteriori accertamenti. «Abbiamo sostenuto con fermezza come la crisi dell’istituto non sia sistemica», ha detto il presidente Carlo Rienzi, «ma derivi da una malagestione della banca, circostanza che rende il decreto impugnato illegittimo in quanto aiuto di Stato vietato dalle norme».

Identiche le motivazioni contenute in una diffida inviata alla Corte dei conti affinché non proceda alla bollinatura del provvedimento. Il documento inviato ai magistrati contabili contiene i rilievi tecnici estrapolati da una consulenza che l’associazione ha chiesto all’ingegnere Giuseppe Bivona, Mba della Columbia University ed ex managing director di Goldman Sachs e Morgan Stanley, che è la stessa perizia depositata al Tar. «Le risorse necessarie per finanziare le operazioni» come quella su Mps, si legge nella diffida, «nonchè i correlati decreti di variazione di bilancio, non potranno avere alcun tipo di provvedimento autorizzatorio e/o visto da parte di Codesta Corte (il riferimento è alla Corte dei Conti), atteso, evidentemente, l’esclusivo ricorso ad ulteriore indebitamento da parte dello Stato»; e comunque «la copertura delle spese deve in ogni caso essere credibile, sufficientemente sicura, non arbitraria o irrazionale». Sinteticamente, le motivazioni tecniche evidenziate dal Codacons, puntano sul fatto che la ricapitalizzazione non trova fondamento nel quadro normativo di riferimento; che il deficit di capitale di Mps è dovuto ad «errori gestionali, a perdite su operazioni in derivati e a possibili frodi ed illeciti divenuti oggetto d’indagini»; che «la remunerazione dei Monti Bond è del tutto inadeguata in relazione al rischio sopportato dai contribuenti».
Sempre per oggi, infine, è atteso l’interrogatorio di Gian Luca Baldassarri, l’ex capo dell’area finanza di Mps, rinchiuso dalla scorsa settimana nel carcere di San Vittore a Milano.

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