sabato 23 febbraio 2013

L'ultima favola di Monti: "Con me basta recessione"

L’Europa di cui tanto parla lo sommerge di stime catastrofiche sull’andamento dell’economia del nostro Paese nei prossimi due anni, ma lui non si scompone e ribatte con un «pacchetto d’urto» in 4 punti.  Le previsioni arrivate in mattinata da Bruxelles sono cristalline, per quanto drammatiche. L’asticella del pil è stata spostata di nuovo verso il basso rispetto a novembre.

Invece del -0,5%, per il 2013 si parla ora di una flessione di un punto percentuale (rispetto al -0,2% previsto dal governo). Solo nel 2014 la crescita dovrebbe tornare in terreno positivo con un +0,8%. E molto negativi restano anche tutti gli altri indicatori, con il deficit previsto a quota -2,1% sul pil fino al 2014, il debito al 127,1% e la disoccupazione che il prossimo anno arriverà addirittura al 12% (era al 10,6% nel 2012). Tenuto conto dell’«elevato livello del debito», ha detto il commissario Olli Rehn in una conferenza stampa a Bruxelles, non serve una nuova manovra, ma «è essenziale che l’Italia mantenga il percorso di riforme ed una coerente strategia di consolidamento». Anche perché, ha insistito il commissario, «per il 2014 stimiamo una peggiore posizione di bilancio»,  con il deficit in termini strutturali che dovrebbe passare dallo 0,1% del 2013 allo 0,5%.

Nulla di cui preoccuparsi per Monti, che, anzi, ha accolto con soddisfazione le notizie arrivate dall’Europa. La stravagante lettura del Prof è che secondo la Commmissione Ue l’Italia «è oggi fuori dalla tempesta» visto che «l’uscita dalla recessione è prevista a partire dal 2013». Il merito, manco a dirlo, è tutto suo. «Noi», ha spiegato nell’ultimo giorno di campagna elettorale passato a Firenze, «sapevamo che il tunnel sarebbe stato lungo e ci sforzavamo di dare un po’ di speranza. E ora la Commissione europea ha detto che l’Italia ha corretto il deficit di bilancio in tempi stabiliti e che rispetterà gli obiettivi anche nei prossimi anni. Berlusconi dovrà essere lieto di questo perché ho dato esecuzione all’obiettivo da lui fissato».

E per accelerare la ripresa Monti, durante il suo appello fiorentino per la «rinascita», ha illustrato anche il suo «pacchetto d’urto» per far ripartire l’economia e combattere la precarietà. Quattro punti, ha spiegato, che «non sono promesse elettorali» ma potranno essere realizzati in virtù del lavoro fatto negli ultimi mesi: il taglio del «costo del lavoro per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, eliminare da subito dall’Irap il costo del lavoro di nuovi assunti e dimezzare e mettere a carico dello stato i contributi previdenziali». Monti ha aggiunto che, in secondo luogo, si dovranno «moltiplicare i contratti di apprendistato, eliminando i contributi sociali a carico del datore di lavoro per le imprese con più di nove dipendenti». Terzo, ha detto, si dovrà «raddoppiare il numero di posti concretamente fruibili negli asili nido». Quarto ed ultimo punto, «sperimentare un nuovo contratto a tempo indeterminato più flessibile per i nuovi assunti».

© Libero