sabato 23 febbraio 2013

Air France non prende Alitalia. E anche gli arabi volano via

Le prospettive per Alitalia si fanno sempre più cupe. Ieri, proprio mentre l’assemblea dava il via libera all’aumento di capitale da 150 milioni che dovrebbe dare un po’ di ossigeno alla compagnia, da Parigi è arrivato il no definitivo a qualsiasi ipotesi di salvataggio. Il tutto alla vigilia del cda di lunedì prossimo che oltre a svelare l’entità delle difficoltà finanziarie della società potrebbe anche vedere la clamorosa uscita dell’ad Andrea Ragnetti a poco meno di un anno dal suo insediamento.

Per quanto riguarda la nuova liquidità tutto si è svolto secondo copione. L’assemblea ha deliberato, su proposta del cda, un prestito a favore della compagnia, con scadenza 2015 e fino a un massimo di 150 milioni di euro, che ogni socio potrà sottoscrivere in rapporto alla sua quota azionaria. Il prestito potrà essere convertito volontariamente tra un anno, mentre il pagamento in azioni sarà automatico in caso di mancato rimborso alla scadenza.
Quattro i voti contrari: Equinocse, Solido Holding di Achille D’Avanzo, G&C holding di Cosimo Carbonelli D'Angelo e GFMC di Antonio Orsero. Soci che, insieme, rappresentano circa il 12% dei presenti all’assemblea. Vitrociset, invece, si è astenuta. Mentre, come previsto, non hanno partecipato all’assemblea Gruppo Toto, Finanziaria Partecipazioni e Investimenti del gruppo Gavio, Acqua Marcia Finanziaria spa e Fondiaria-Sai. Azionisti che, con tutta probabilità, non parteciperanno all’aumento di capitale.

Da Parigi, intanto, Air France ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di spendere quattrini per Alitalia oltre ai 37,5 milioni che dovrà sborsare pro quota per partecipare al prestito con il suo 25% del capitale. «Non abbiamo intenzione di proporre l’acquisto della maggioranza di Alitalia, tenuto conto delle nostre priorità interne e dei nostri mezzi finanziari», ha detto senza mezzi termini il cfo del gruppo francese, Philippe Calavia. A rincarare la dose ci ha pensato il numero uno di Air France Klm Jean Cyril Spinetta, spazzando anche il campo da qualsiasi ipotesi di collegamento con gli arabi. «Non c’è attualmente un nostro progetto comune» con Etihad, ha detto, smentendo anche le indiscrezioni secondo cui Parigi avrebbe invece proibito alla compagnia aerea di Abu Dhabi di «approcciare» Alitalia. «Sono voci», ha tagliato corto, «totalmente errate. Sarebbe assurdo. Non abbiamo mai proibito nulla del genere e non vedo come potremmo influire». Anche l’opzione araba, comunque, non sembra più così percorribile. Malgrado le indiscrezioni che continuano a parlare di possibili negoziati, il 4 febbraio scorso, presentando i conti, i vertici di Ethiad hanno smentito ufficialmente di essere interessati ad Alitalia.
Intanto, cresce la tensione per il cda di lunedì, dove si vocifera che la compagnia potrebbe soprendere tutti presentando un quatro trimestre in pareggio operativo. Ma la vera sopresa potrebbe farla Raggnetti, lasciano l’incarico. Lui ha smentito, ma c’è chi dice che il vice presidente Elio Catania stia già scaldando i muscoli.

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