martedì 5 febbraio 2013

Imprese strozzate dalla Pa? Confartigianato passa al contrattacco

Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. A poco più di un mese dall’entrata in vigore della nuova normativa che fissa a 30 giorni il termine ordinario per saldare le fatture nelle transazioni commerciali tra Pubblica amministrazione e aziende private, Confartigianato ha deciso di monitorare l’applicazione della legge. Del resto, gli 80 miliardi di debiti pregressi accumulati dallo Stati nei confronti delle imprese non sono il frutto di un meticoloso rispetto delle regole. E lo sportello di pronto intervento istituito dall’associazione in pochi giorni ha già ricevuto decine di segnalazioni.



Per denunciare un pagamento avvenuto oltre i 30 giorni basta andare sul sito www.confartigianato.it, cliccare sul logo “30 giorni - non ti pagano?” e compilare il modulo on line. L’iniziativa rientra in un’operazione più ampia. Oltre a segnalare la mancata applicazione della legge, nell’Osservatorio disponibile sul sito gli imprenditori troveranno informazioni sul funzionamento delle nuove norme e consulenza su come far rispettare i propri diritti di creditori. Una sezione dell’Osservatorio è dedicata allo strumento della certificazione del crediti accumulati dagli imprenditori prima dell’entrata in vigore della nuova legge. Anche in questo caso, oltre alle istruzioni per l’utilizzo della certificazione, sarà monitorata l’efficacia dello strumento.
“La nuova normativa sui tempi di pagamento», sottolinea il presidente dell’associazione, Giorgio Merletti, «è stata fortemente voluta da Confartigianato ed è un passo avanti per ristabilire etica e correttezza nei rapporti economici tra imprese e Pubblica Amministrazione, tra imprese committenti e imprese subfornitrici. Ma la legge non deve restare sulla carta. Va rispettata. L’Osservatorio serve proprio per monitorarne l’applicazione e periodicamente renderemo pubblici i casi dei cattivi pagatori, siano essi Enti pubblici o soggetti privati. Insomma, non molleremo la presa. Ne va della sopravvivenza delle imprese e della possibilità che l’Italia diventi un Paese europeo sul fronte dei pagamenti».

Quello dei ritardi di pagamento è, del resto, uno dei problemi più gravi all’origine della mancanza di liquidità degli imprenditori, che in questi tempi di credito scarsissimo porta alla chiusura di molte aziende.
Al di là delle chiacchiere governative, infatti, da un rapporto di Confartigianato emerge che la Pubblica amministrazione è sempre più lenta a pagare le imprese fornitrici di beni e servizi. Nel 2012 il tempo medio è salito a 193 giorni. E tra maggio e novembre il ritardo con cui gli enti pubblici (amministrazione centrale, Regioni e Province) hanno saldato le fatture alle imprese è ulteriormente aumentato di ben 54 giorni.
Alle imprese il ritardo con cui la Pa salda i propri debiti rispetto ai 30 giorni stabiliti dalla nuova legge costa 2,5 miliardi di maggiori oneri finanziari.
Secondo i calcoli di Confartigianato la Pubblica amministrazione ha accumulato finora debiti commerciali per 79 miliardi nei confronti dei fornitori di beni e servizi. Di questi, 35,6 miliardi si riferiscono a debiti verso fornitori del Servizio Sanitario Nazionale, che comprende Asl, Aziende Ospedaliere, Aziende Ospedaliere Universitarie e Irccs.

A farsi attendere sono soprattutto le Asl, che hanno tempi medi di pagamento di 269 giorni che però arrivano a picchi di 793 giorni in Calabria, 755 giorni in Molise, 661 giorni in Campania, 398 giorni nel Lazio, 349 giorni in Puglia, 308 giorni in Sardegna. Nel complesso, i tempi medi di pagamento delle Asl del Mezzogiorno sono di 425 giorni, più che doppi (+120%) rispetto ai 193 giorni medi delle Asl del Centro-Nord. Il rapporto mette in evidenza che nel 2011 la Pubblica Amministrazione ha acquistato beni, servizi e investimenti fissi per 167,9 miliardi, pari al 10,6% del Pil. Più dei tre quarti (78,3%) degli acquisti della Pa per un valore di 131,5 miliardi, è determinato dalle amministrazioni locali, seguono le amministrazioni centrali con acquisti per 34 miliardi (20,3% del totale della Pa) e gli enti previdenziali con 2,4 miliardi (1,4%).
A livello regionale, dei 146,3 miliardi di euro di spesa, 98,1 miliardi sono assorbiti dal Centro-Nord (67,0%) e 48,3 miliardi dal Mezzogiorno (33,0%). Tra il 2001 e il 2011 gli acquisti della Pa sono saliti del 34,9%, con una incidenza sul Pil che passa dal 9,9% al 10,6%, un incremento di 0,7 punti percentuali. Le recenti manovre di correzione dei conti pubblici dovrebbero inverte la tendenza rilevata negli ultimi dieci anni. Per il futuro si dovrebbe avere una riduzione del peso sul Pil della spesa per acquisti della Pa che passerà dal 10,9% del 2010 al 9,5% nel 2015. Ma anche questo, come i 30 giorni, è tutto da vedere.

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