Dalla banca al partito, dal partito alla banca. Ieri anche Pierluigi Bersani ha prudentemente deciso di cambiare il tiro. Dal categorico «il Pd fa il Pd», il segretario ha spiegato che sulla vicenda del Monte Paschi di Siena «il Pd non c’entra nulla, ma il Pd senese, come le istituzioni senesi hanno peccato di localismo».
E guarda caso dopo la banca e la Fondazione ieri sono finite nel mirino proprio le istituzioni senesi, controllate da secoli dal Pci-Pds-Ds-Pd.
Gli ispettori del ministero dell’Economia sono infatti sbarcati al Comune di Siena per passare al setaccio i bilanci. Controlli di routine, nessun legame con il caso Mps, continuano a dire fonti non meglio precisate di Via XX Settembre. Dal ministero hanno confermato ufficiosamente che si tratta di uomini inviati a Siena dall’Ispettorato generale delle finanze (Igf) della Ragioneria dello Stato, spiegando che i funzionari sono al lavoro già da diversi giorni. Guai, però, a pensar male. «Si tratta», hanno detto dal dicastero guidato da Vittorio Grilli, «di ispezioni ordinarie, ce ne sono a decine sul territorio. Non sono legate agli ultimi avvenimenti».
Gli ispettori, secondo quanto si apprende, stanno esaminando tutti i bilanci dell’amministrazione senese dal 2004 al 2012. In particolare, la stessa fonte ministeriale ha spiegato che gli ispettori starebbero verificando se le azioni messe in atto dalle ultime amministrazioni comunali per l’assestamento dei bilanci del 2009 e 2010 siano state adeguate.
Proprio sul bilancio 2011 nel giugno scorso è caduta la giunta di centrosinistra presieduta dall’ex sindaco del Pd, Franco Ceccuzzi. Il bilancio, infatti, non fu votato, oltre che dalle opposizioni, anche da otto consiglieri appartenenti al Pd. Una defezione costata cara. I cosiddetti consiglieri ribelli vennero infatti poi espulsi dal partito e nel palazzo comunale arrivò il commissario prefettizio Enrico Laudanna. Siena tornerà alle urne alla fine di maggio e il centrosinistra, manco a dirlo, ha già fatto le primarie vinte dallo stesso Ceccuzzi. I ribelli sono stati radiati con disonore, ma, fortunatamente non zittiti. «L’ispezione che da settimane si sta svolgendo presso il Comune di Siena, evento senza precedenti per la nostra città, è l’ennesima conferma di quanto fossero fondati gli allarmi che abbiamo lanciato in questi mesi, rimasti inascoltati». Questo il commento dell’associazione di Siena «Confronti», a cui fanno riferimento alcuni dei consiglieri comunali che non votarono il rendiconto 2011 del Comune di Siena, adesso oggetto di ispezione. «La verità sta finalmente venendo fuori», aggiunge l’associazione, «da mesi veniamo attaccati e insultati, ma è oramai chiaro a tutti che i numeri del bilancio 2011 non tornavano».
Quanto ad Mps, l’ispezione in corso smentirebbe la versione data fino ad oggi dal sindaco Ceccuzzi, che motivò le sue dimissioni spiegando che dietro il tradimento degli 8 al bilancio c’era il sostegno del sindaco al nuovo corso di Mps con l’arrivo di Viola e Profumo. «Altro che nomine», dicono adesso i “traditori”, «Ceccuzzi si dimise perché sapeva che il bilancio 2011 non poteva essere votato. Bene hanno fatto gli 8 consiglieri di maggioranza a votare contro e opporsi ad un gravissimo illecito amministrativo. Dopo le conferme che erano già arrivate con le delibere di settembre del commissario straordinario e il provvedimento della Corte dei Conti di novembre, ora anche l’ispezione del ministero delle Finanze dimostra quanto andiamo dicendo da mesi».
Ancora in questi giorni, prosegue l’associazione senese, «abbiamo ascoltato dichiarazioni alle televisioni e ai giornali di esponenti nazionali e locali del Partito democratico pronti a giurare che Ceccuzzi se ne fosse andato per dissidi riguardanti le nomine Mps. Ora torneranno in tv per dire come stanno veramente le cose?».
Ma l’ombra di Mps non riguarda solo Ceccuzzi. Se è vero che gli ispettori stanno passando al setaccio i bilanci dal 2004, ad essere coinvolto è anche l’ex sindaco, Maurizio Cenni. L’ex sindacalista della Cgil che ha guidato il Comune di Siena per 10 anni (2001-2011) è legato a doppio filo alla banca. E non solo per aver nominato a più riprese gli 8 uomini della Fondazione che devono essere indicati dal Comune. Nel dicembre 2011, infatti, 7 mesi dopo le elezioni al Comune, Cenni (ora uscito anche dal Pd in polemica con l’appoggio del partito a Ceccuzzi) è stato nominato vice direttore generale (con funzioni di vicario) della società di gestione recupero crediti del Monte, banca con sede a Siena, 21 uffici periferici in giro per l’Italia e 6 presidi territoriali, incarico che ricopre tuttora.
Nel frattempo, tanto per aggiungere un po’ di carne al fuoco, arrivano altri guai per Giuseppe Mussari, di cui Ceccuzzi, ricordiamo, fu testimone di nozze. Per l’ex presidente di Mps la procura di Siena sta indagando anche per falso in prospetto e manipolazione del mercato. Dalle carte di indagine emerge che Mussari, Vigni e Daniele Pirondini, ex direttore finanziario di Mps, sarebbero accusati in concorso per ostacolo all’esercizio delle funzioni dell’autorità di vigilanza nell’ambito dell’acquisizione di Antonveneta.
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