giovedì 7 febbraio 2013

Terna investirà 4 miliardi in 5 anni. «Al top in Europa»

Terna investirà nei prossimi 5 anni 4,1 miliardi per la manutenzione e lo sviluppo della rete elettrica. Quota che salirà a 7,9 miliardi nell’arco di 10 anni. È quanto prevede il piano strategico 2013-2017 presentato ieri dal gruppo, che ha chiuso il 2012 con ricavi e risultati operativi in crescita. Numeri che permettono alla società di poter confermare la politica dei dividendi già annunciata al mercato. «Le infrastrutture elettriche sono una priorità del Paese anche in chiave europea e mediterranea e costituiscono un volano fondamentale per la crescita, lo sviluppo e il lavoro», ha detto l’ad Flavio Cattaneo, ricordando che dal 2005 Terna ha già investito 6,5 miliardi in opere concrete. Una tangibile testimonianza, ha spiegato, «che si può fare bene alla collettività e contemporaneamente alla propria azienda e ai propri azionisti».


Solo nel 2011, ha precisato il manager, «abbiamo investito 1,22 miliardi», più di Spagna (0,82 miliardi), Francia (1,2) e Germania (0,85). Il tutto, «senza un euro di finanziamento pubblico o europeo, ma solo con i soldi del mercato». Di fatto, ha proseguito, «abbiamo recuperato un gap che ha permesso notevoli risparmi al sistema».
I ricavi incassati dal gestore della rete elettrica in quello che l’ad Flavio Cattaneo ha definito «un anno difficile», hanno superato i 1.800 milioni di euro, con una crescita del 10% rispetto al 2011. Allo stesso tempo l’Ebitda è salito a 1.380 milioni di euro, con un incremento di oltre il 12%, portando l’ebitda margin a superare per la prima volta il 76%. Le previsioni per i prossimi anni sono di un ulteriore miglioramento. Da qui al 2017 Terna punta a portare il margine oltre la quota dell’80%. Stando agli «obiettivi ambiziosi» del piano quinquennale l’aumento dei ricavi e il controllo dei costi dovrebbero infatti tradursi in una crescita costante della profittabilità. Allo stesso tempo il gruppo intende anche agire con forza sulla riduzione del debito.

Nei cinque anni del piano il gruppo prevede un dividendo base dalle attività tradizionali remunerate pari a 19 centesimi di euro ad azione, a cui si aggiungerà il contributo delle attività non tradizionali (con un pay out del 60%). Numeri che sono piaciuti alla Borsa di Milano, dove Terna ha chiuso in positivo, con un +1,9% a 3,1 euro ad azione in una seduta negativa.
Oltre a completare il rinnovo e il potenziamento della rete di trasmissione nazionale, con una quota dell’83% degli investimenti nel periodo di 4,1 miliardi, giudicati fondamentali anche da Confindustria Anie, il gruppo punta anche ad esplorare nuove opportunità di business in attività non tradizionali (ingegneria, fibra ottica ecc...) sia in Italia che all’estero.

È questo, ha spiegato l’ad, «il doppio binario strategico» su cui Terna continuerà «a perseguire efficienza, sicurezza e minor costo del sistema elettrico, a beneficio di tutti, imprese e cittadini» e «a creare valore per gli azionisti», ai quali, ha aggiunto Cattaneo, «daremo ancora molte soddisfazioni».
Le opere necessarie (a partire dal raddoppio del collegamento elettrico tra Sicilia e Calabria, Sorgente-Rizziconi) verranno
realizzate con tempi e modalità previsti, ha garantito ancora l’ad, che si è detto per nulla impensierito dal nuovo sistema di controllo introdotto dall'Autorità dell’energia per verificare la puntualità delle infrastrutture. «Il sistema incentivante e penalizzante esiste da anni, è stato solo pitturato a nuovo», ha spiegato Cattaneo durante la conferenza stampa insieme al presidente Luigi Roth, «Per noi è sempre stato incentivante perché abbiamo sempre rispettato i tempi di esecuzione e di consegna. La cosa non ci spaventa più di tanto».

© Libero