venerdì 8 febbraio 2013

Titoli di Stato per i debiti della Pa? Gli imprenditori: bisogna fare presto

«Mercoledì scorso», spiega a Libero il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, «Silvio Berlusconi si è impegnato di fronte ai nostri imprenditori, dicendo che il problema va assolutamente risolto e che è una priorità del suo programma». Al di là del merito della proposta del leader Pdl sull’utilizzo dei titoli di Stato, per Buzzetti «il fatto che il tema sia al centro del dibattito elettorale è molto positivo, anche perché finora le misure messe in campo sonostate insufficienti».

Il presidente Ance è convinto che qualsiasi mezzo si utilizzi per estinguere il debito della Pa verso le imprese di 70 miliardi, di cui 19 solo sull’edilizia, alla fine il peso ricadrà sui conti pubblici. «Saràdunque necessario», spiega, «trovare un accordo con l’Europa per non contabilizzare l’esborso come debito pubblico. La Ue conosce la situazione e credo sia disposta a trovare una soluzione». Se poi non si trova, conclude Buzzetti, l’operazione andrà fatta comunque perché «penso che oggi sia più scriteriato soffocare il sistema imprenditoriale non pagando le fatture che aumentare l’indebitamento dello Stato».

Per il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti, «la soluzione più semplice ed efficace sarebbe quella di compensare i crediti vantati dalle imprese con i debiti fiscali». Ma anche per Merletti «la situazione degli imprenditori è talmente grave che bisogna evitare di perdere tempo con complicate ipotesi di ingegneria finanziaria dall’esito incerto». «La proposta sui titoli di Stato in linea teorica va bene», spiega invece Paolo Longobardi, presidente di Unimpresa, «il problema è che al momento non è praticabile. Nuove emissioni di titoli da parte del Tesoro, ancorché speciali e riservate alle imprese creditrici, allargherebbe il buco nei conti statali. E il fiscal compact non consente manovre di questo tipo». L’importante, inutile dirlo, «è che si faccia presto, altrimenti moriranno migliaia di imprese».

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