sabato 8 gennaio 2011

Parte l’emissione da 5 miliardi per salvare l’Irlanda. E sa tanto di Eurobond

Somiglia molto agli Eurobond di Giulio Tremonti l’emissione obbligazionaria andata a ruba ieri sui mercati finanziari. Il titolo quinquennale da 5 miliardi collocato ieri dall’Unione europea è andato esaurito nel giro di un’ora con una richiesta tripla rispetto all’offerta.

Un risultato che ha scatenato l’entusiasmo di Bruxelles. «Il successo dell’emissione», ha detto la portavoce della Commissione, Amelia Torres, «ci porta a credere che in futuro non avremmo nessuna difficoltà a piazzare nuovi titoli». E il bis potrebbe arrivare prima di quanto s’immagini. Probabilmente entro la fine del mese, con altri 5 miliardi di euro chiesti sul mercato. In tutto, infatti, nel 2011 sono previste 8 emissioni per oltre trenta miliardi. E altri 15 miliardi complessivi sono stimati per il 2012. I prodotti, cui le agenzie di rating concedono senza problemi la tripla A (il massimo della sicurezza), sono collocati attraverso le principali banche europee, da Barclays, BNP Paribas, HSBC fino a Deutsche bank.  
Per quanto simile, però, il bond piazzato ieri sul mercato non è esattamente quello di cui si è discusso anche recentemente. Con il premier lussemberghese, Jean-Claude Juncker, e il membro della Bce, Mario Monti, al fianco del ministro italiano e il presidente francese Nicolas Sarkozy fieramente schierato dalla parte della cancelleria Angela Merkel nell’osteggiare lo strumento.
Tecnicamente i prodotti che da quest’anno invaderanno le piazze finanziarie sono emessi dal Financial Stability Facility (Efsf, il veicolo finanziario lussemburghese da 440 miliardi garantito dai Paesi paesi dell’area euro e creato per la Grecia) e dall’European Financial Stability Mechanism (Efsm, il meccanismo che fa capo alla Commissione Ue e che ha una dotazione di 60 miliardi creato inizialmente per aiutare i Paesi europei dell’area centro-orientale). Ma la sostanza cambia poco. I soldi raccolti sul mercato serviranno infatti, proprio come chiedeva Tremonti, a finanziare il meccanismo anticrisi. In particolare, quello sparito ieri in un batter d’occhio sarà utilizzato per garantire la prima tranche degli 85 miliardi di aiuti promessi dalla Ue e dal Fondo monetario internazionale al governo irlandese per il risanamento delle banche. Una circostanza che poco si accorda con l’insistenza della Merkel nel negare qualsiasi esigenza di aumentare il volume dei fondi a disposizione per salvare gli Stati in difficoltà.
La partita, d’altra parte, non è affatto chiusa. Il tema, come ha annunciato il commissario agli affari monetari Olli Rhen, sarà sul tavolo dei prossimi appuntamenti europei. C’è solo da sperare che qualcuno faccia notare alla Cancelliera che gli Eurobond, piaccia o no, ci sono già.

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