venerdì 14 gennaio 2011

Il fronte del no a Marchionne si allea coi no-tav. La Camusso insiste: rispettare il voto

Stelle a cinque punte, centri sociali mobilitati, studenti in piazza, iniziative dei No Tav e della sinistra antagonista. Nelle ore che hanno preceduto l’apertura delle consultazioni (alle 22) tra i lavoratori sul piano Marchionne per Mirafiori il fronte del no al referendum ha continuato a raccogliere adesioni improprie e discutibili. Allargandosi a frange estremiste che poco hanno a che fare con la posta in gioco negli stabilimenti della Fiat.

Nel pomeriggio davanti ai cancelli della porta 2 di Mirafiori si è tenuto un raduno della sinistra antagonista che ha impedito ai sindacati favorevoli all’accordo di fare volantinaggio. Tra i manifestanti, anche No Tav e rappresentanti di Pomigliano. «Ci chiediamo», ha detto la Fismic, che ha denunciato il clima di intolleranza, «cosa facciano mai davanti ai cancelli così tante persone che non hanno niente a che fare con i lavoratori dello stabilimento».
C’entrano poco anche i militanti di Prc che manifestano a Genova, il collettivo degli studenti di sinistra che ha appeso cartelli contro Marchionne a Milano, o i centri sociali di Macerata scesi in piazza ad Ancona. Ma la cosa più grave riguarda la nuova comparsa di scritte firmate con il macabro stemma della Br. La stella a cinque punte è spuntata sui muri della sede dell’associazione industriale di Massa Carrara e su un palazzo, nel centro di Viareggio, in cui si trovano gli uffici di Cna e Cisl.

Intanto, mentre Sergio Marchionne e John Elkann sono volati da Detroit per aspettare a Torino i risultati del referendum, in Italia sono proseguite le schermaglie tra la Fiom e i sindacati favorevoli all’accordo. Un infervorato Maurizio Landini, davanti ai cancelli di Mirafiori, dopo aver definito l’intervento di Berlusconi (“se vince il no è giusto che la Fiat vada all’estero”) una «vergogna», ha ribadito che qualunque sarà l’esito della consultazione, «la vertenza con Fiat rimane aperta» e «mai ci sarà una firma tecnica». Posizione non proprio condivisa dalla Cgil, con Susanna Camusso che ha invitato la Fiom a prendere atto del risultato del referendum.

Da parte di Cisl e Uil, i segretari Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti continuano ad accusare la Cgil di condurre una battaglia esclusivamente ideologica, visto che «l’accordo di Mirafiori è in linea con le tantissime intese firmate anche dalla Fiom in deroga al contratto nazionale». Resta spaccata la sinistra, con Fassino, Chiamparino e Letta nettamente schierati al fianco di Marchionne, mentre il Pd tentenna su distinguo di difficile comprensione. Rintracciato al telefono da una radio, anche l’ad del Lingotto ha fatto sentire la sua voce, spiegando che «in Italia non si capisce il rischio che stiamo correndo in campo internazionale, se non abbiamo il coraggio di affrontare questo atteggiamento sclerotico nelle relazioni industriali». Gli ultimi seggi chiuderanno oggi alle 19.30. Il verdetto dovrebbe arrivare poco dopo.

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