lunedì 24 gennaio 2011

Fitch vede la recessione in Portogallo. Zapatero tenta di puntellare le Casse

Il Portogallo tornerà in recessione nel 2011. È solo una possibilità, quella sottolineata da Fitch, che però ha inserito il Paese tra quelli a rischio di declassamento alimentando ulteriori tensioni oltre a quelle che già scuotono il mercato dei titoli di Stato europeo. Più improbabile, secondo il responsabile dei rating sovrani dell’agenzia, David Riley, una “spaccatura” dell’euro, anche se ci saranno periodicamente nell’area episodi di destabilizzazione finché non verrà raggiunto il consolidamento fiscale.

Al di là dei timori per la tenuta del debito di Lisbona, a tenere banco ieri è stato il piano annunciato dalla vicina Madrid per puntellare i conti delle casse di risparmio. Il vicepremier Alfredo Rubalcaba, l’uomo che molti vedono come il probabile successore di Zapatero, ha reso noto che l'esecutivo socialista sta preparando un pacchetto di misure per «accelerare la riforma del sistema finanziario, in particolare delle casse di risparmio». La Spagna ha avviato da un anno un processo di ristrutturazione e di fusione delle Cajas, fortemente indebolite dall’esplosione della bolla immobiliare che ha lasciato in eredità pesanti attivi tossici. Secondo El Mundo le Cajas nel 2010 hanno accumulato un buco di 26 miliardi di euro di attivi inesigibili, a causa soprattutto del deprezzamento del mercato immobiliare. Per il quotidiano conservatore di Madrid, la Banca di Spagna studia una formula che prevedrebbe la copertura di buona parte del buco con il patrimonio delle casse, ma «in ultima istanza» potrebbe esserci anche una presa di partecipazione diretta dello stato attraverso il Frob, quindi una «nazionalizzazione parziale delle casse» più in difficoltà. Per Fitch l’importante è che sia un «piano di ricapitalizzazione credibile», altrimenti anche per la Spagna potrebbe arrivare la mannaia del declassamento.

Mentre Spagna e Portogallo si leccano le ferite, Francia e Germania ingranano la marcia registrando valori record degli indici di fiducia delle imprese. L’Ifo tedesco a gennaio è balzato a quota 110,3 punti rispetto ai 109,8 attesi dal mercato. Mentre in Francia l’indice è balzato ai massimi da quasi tre anni a 108 punti rispetto ai 102 di dicembre. L’ottimismo di Berlino e Parigi ha fornito benzina alle Borse europee, ma ha anche fatto sentire odore di inflazione, provocando vendite consistenti dei bund tedeschi e conseguenti rialzi dei rendimenti. A beneficiarne, tutti i titoli di Stato periferici. Compresi i nostri Btp, che hanno chiuso la seduta ad un livello di assoluta sicurezza con uno spread di 150 punti.

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