venerdì 14 gennaio 2011

Un valdostano costa quattro volte un lombardo

Dodicimila euro a testa per ogni abitante della Valle d’Aosta. Se i numeri non arrivassero dalla Ragioneria dello Stato, si potrebbe pensare ad uno scherzo. Neanche troppo divertente, considerate le tasse che sborsiamo. Eppure, quella cifra indica con esattezza certosina la somma spesa dallo Stato nel 2008 per finanziare la piccola regione del Nord Ovest.

Se la cosa vi sembra ragionevole basta fare qualche piccolo confronto. La Lombardia ci costa 3.200 euro per abitante, l’Emilia-Romagna 3.350, il Veneto 3.100, il Piemonte 3.600. Per farla breve, la media italiana è di 4.282 euro. Per quanto strano possa sembrare, per garantire servizi, istruzione, giustizia, infrastrutture e sicurezza alla Valle d’Aosta spendiamo tre volte tanto. E la cifra aumenta ancora se consideriamo il totale dei trasferimenti che partono da Via XX Settembre per arrivare sul territorio. Mettendo in conto anche le erogazioni a favore di enti pubblici (Inps, Inpdap ed altri enti previdenziali) o altri organismi come l’Enac, l’Istat, il Fondo edifici di culto, la Croce rossa e via dicendo, che operano sul territorio, la cifra arriva a 17.200 euro a fronte di una media di 8.700.

Le Regioni più “care”
La povera, si fa per dire, Valle d’Aosta non è ovviamente un caso isolato. Allo stesso livello, con 10.800 euro per abitante troviamo il Trentino Alto-Adige. Un bel po’ sotto, a quota 6.800 euro, c’è il Lazio, che però ha una contabilità falsata dai trasferimenti per Roma capitale. Poi c’è il Friuli Venezia Giulia (5.700), la Sardegna (5.600) e la Sicilia (5.400). Insomma, nelle prime sei posizioni troviamo piazzate tutte e cinque le Regioni a statuto speciale. Guarda caso proprio quelle che in queste settimane stanno facendo il diavolo a quattro per tentare di disinnescare la bomba del federalismo che potrebbe mettere a rischio i loro privilegi.
Qualche giorno fa (Libero del 12 gennaio) abbiamo cercato di spiegare come sia possibile che le cinque Regioni che già godono di una sostanziale autonomia fiscale (incamerano dal 70 al 100% di tutte le tasse che vengono raccolte sul territorio a differenza delle quote minime o delle addizionali che incassano le Regioni a statuto ordinario) abbiano poi tutti i bilanci in rosso grazie ad una buona dose di sperperi e sprechi.

Sempre in testa
Oggi diamo conto, sulla base dei dati dettagliati contenuti nell’ultimo rapporto (ottobre 2010) della Ragioneria generale dello Stato sulla spesa statale regionalizzata, di quanti e quali soldi pubblici arrivano ogni anno nelle casse delle regioni speciali.
Le cifre viste sopra sono già sufficienti per dare un’idea abbastanza precisa di come vengono distribuite le risorse dello Stato centrale sul territorio. Ma per avere il quadro completo conviene fornire ulteriori dettagli. Qualcuno, infatti, potrebbe obiettare che i costi eccessivi delle cinque regioni speciali corrispondano a situazioni ben diverse, visto che stiamo parlando di tre Regioni del Nord e di due del Sud. Eppure, anche volendo cambiare prospettiva, il risultato non cambia affatto.
Considerando la spesa pubblica in rapporto al Pil, cioè a quello che ogni regione produce, da un lato della classifica troviamo sempre la Lombardia, che riceve dallo Stato poco meno del 10% del suo valore aggiunto. Indovinate chi c’è all’altro capo dell’elenco? La Valle d’Aosta, con oltre il 35% di spesa in rapporto al prodotto interno lordo regionale. Nessuna sorpresa anche per le altre posizioni. Subito dopo c’è, infatti, il Trentino Alto Adige (33%), la Sicilia (31%) e la Sardegna (27%). L’unica differenza riguarda il Friuli Venezia Giulia, che guadagna posizioni con il 19%, che è comunque sempre più alto della media italiana che supera di poco il 16%.

Criminali e arte
Entrando ancora più nel particolare la situazione diventa sempre più sorprendente. Si scopre, infatti, che per garantire l’ordine pubblico in Valle d’Aosta, terra notoriamente devastata dalla criminalità più feroce e selvaggia, lo Stato spende 169 euro per abitante. Più della Sicilia, dove gli euro sono 150, o della calabria, dove il costo pro capite scende addirittura a 146.
Mentre, paradosso per paradosso, per tutelare e valorizzare beni culturali e paesaggi lo Stato destina ad una delle terre più belle e cariche di storia e di arte come la Sicilia solo 16 euro per abitante rispetto ai 36 del Molise o ai 26 della Basilicata, senza voler nulla togliere alle due bellissime Regioni. Per spezzare una lancia a favore della Valle d’Aosta va detto che per la scuola e l’università lo Stato spende solo 6 e 11 euro per abitante. Nessuna Regione, per avere un’idea, scende sotto i 70.

© Libero