La democrazia del bavaglio. Parte con i peggiori auspici il confronto nelle fabbriche sul piano della Fiat per Mirafiori. Qualcuno, nei giorni scorsi, aveva letto nelle parole meno dure del solito pronunciate da alcuni esponenti della Fiom-Cgil, timidi segnali di discontinuità rispetto alla strategia del muro contro muro messa in atto precedentemente sia su Pomigliano sia sulle deroghe al contratto dei metalmeccanici. Una speranza coltivata sia dall’ala moderata del sindacato, sia da lavoratori sia dal ministro del Welfare, che solo sabato scorso, nel giorno della manifestazione nazionale a Roma della Cgil, aveva lanciato un appello per la ricomposizione delle fratture con Cisl e Uil.
Le aperturine arrivate dalla dirigenza non hanno però trovato alcun riscontro a livello locale, dove l’ascia di guerra non sembra mai essere stata sotterrata. A far capire ai lavoratori quale deve essere la linea, alla vigilia della riapertura delle trattative con il Lingotto, ci hanno pensato ieri i delegati Fiom alle Meccaniche di Mirafiori, dove si sono tenute le assemblee per discutere del piano Marchionne. Ebbene, giunto il momento del delegato della Cisl, le tute blu della Cgil hanno praticamente impedito al collega di svolgere l’intervento. Il segretario della Fim-Cisl di Torino, Claudio Chiarle, racconta a Libero di «un clima di intolleranza non condiviso dai lavoratori, ma alimentato da alcuni esponenti della Fiom che sono saltati sui tavoli inscenando una sceneggiata» per zittire il sindacalista Cisl. A questo punto, continua Chiarle, «dobbiamo capire com quale Fiom dobbiamo confrontarci. Ma se questo è il clima sarà molto difficile un percorso comune». La stessa tensione, a dire il vero, si registra anche a livello nazionale, con il duro botta e risposta tra Raffaele Bonanni e Augustin Breda. «Quando c’è un investimento così importante bisognerebbe dire evviva, anziché ma, forse, perché», dice il segretario Cisl. «Affermazioni vergognose, Bonanni passi a dirigere la Fiat», replica il coordinatore nazionale di Lavoro e Società della Fiom. Premesse non ottime per la riapertura del tavolo con la Fiat prevista per oggi alle 14.
Intanto il ministero dello Sviluppo ha ricevuto ieri pomeriggio la short list per la riconversione del polo industriale di Termini Imerese. In pista ci sono sette aziende. Nei prossimi giorni il ministero convocherà un tavolo con la Regione Siciliana, Fiat, Anfia e l’advisor Invitalia per giungere a una determinazione finale.
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