venerdì 10 dicembre 2010

Rotelli tenta l’assalto al fortino di Rcs. Il patto dovrà concedere un posto nel cda

Il patto di sindacato continua a restare off limits, ma dopo anni di attesa per Giuseppe Rotelli sembra finalmente arrivato il momento di mettere piede nella stanza dei bottoni. Il primo tassello dell’operazione, di cui si parla da diversi mesi, è stato ufficializzato ieri con le dimissioni dell’avvocato Marco De Luca.

È lui il consigliere di minoranza (espresso proprio da Rotelli) che dovrebbe lasciare il posto al re delle cliniche lombarde che, pur avendo in mano circa l’11% di Rcs, è stato finora lasciato fuori dalla porta.
Sulle intenzioni di Rotelli si discute da tempo. Per alcuni, visti i suoi rapporti, è la testa di ponte con cui Berlusconi si preparerebbe a conquistare il Corriere, per altri è semplicemente l’imprenditore che si è fatto carico di rilevare (sborsando circa 350 milioni e rimettendocene alle quotazioni attuali un centinaio) le quote in mano a Ricucci diventando il secondo azionista dopo Mediobanca.

L’unica cosa certa, per ora, è che malgrado il sostegno di alcuni pezzi da novanta come Geronzi e Ligresti, che dall’interno del patto hanno difeso le ragioni di Rotelli, l’imprenditore non è riuscito a fare breccia nel muro di Rcs. La motivazione ufficiale è che con il suo apporto il patto salirebbe al 75% del capitale, cosa sconsigliata per un titolo quotato. Ma è chiaro che le valutazioni non sono solo tecniche. In ogni caso, alla prossima riunione, il 17 dicembre, oltre a sostituire lo scomparso Libonati, il cda dovrà dare il benvenuto a Rotelli. E dovrà farlo proprio quando si discuterà il piano strategico 2011-13, il primo dal 2007. 

© Libero