venerdì 3 dicembre 2010

Colosseo Della Valle. Mister Tod’s restaurerà il simbolo di Roma

Da Mister Tod’s a Mister Colosseo. Dalle scarpe ai gladiatori. Diego Della Valle vuole rimettere a nuovo l’Anfiteatro Flavio e vuole farlo da solo, senza cordate o consorzi. «Il gruppo Tod’s è pronto a finanziare l’intero importo dei lavori di restauro del Colosseo». Vale a dire 25 milioni di euro.

Pur di mettere bene in chiaro il concetto, dopo le indiscrezioni di questi giorni sulla gara per lo sponsor andata deserta, ieri pomeriggio l’imprenditore marchigiano ha convocato in fretta e furia i giornalisti per una conferenza lampo all’Hotel Eden di Roma. Un modo, spiega, «per tentare di evitare in anticipo polemiche». Come quelle alimentate ieri da Repubblica, che ha tirato in ballo la politica e i vecchi attriti tra l’imprenditore e Silvio Berlusconi.
Della Valle giura che dietro non ci sono strategie o secondi fini. Ma solo «la voglia di fare qualcosa di buono per il nostro Paese». In Italia, prosegue, «ci sono tante aziende che vanno bene come la nostra, sarebbe bello che ognuna si assumesse l’onere di fare bene al Paese». Con un po’ di retorica, il patron della Fiorentina spiega «che c’è un momento per prendere e uno per dare, mi piacerebbe pensare che altre imprese si mettessero in movimento e in breve si avviassero 10, 15 e 20 iniziative del genere, anche riguardanti scuole e centri sportivi». Inutile chiedere, indagare, pungolare. Della Valle continua a ripetere la stessa versione. Si tratta di un regalo all’Italia, senza ritorno. Tranne, forse, quello di prendersi la soddisfazione di togliere le castagne dal fuoco al sindaco Gianni Alemanno e al ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi. Per il resto, assicura,  «non abbiamo intenzione di utilizzare queste sponsorizzazioni a scopi commerciali», in altre parole, «non vedrete mai una borsa, o una scarpa appese al Colosseo».
Uno spunto polemico arriva su Pompei. «Dobbiamo fare in fretta, per evitare che succeda un altro disastro», dice. Ma poi l’imprenditore recupera subito il fair play, sostenendo che non c’è nulla di strano che le opere pubbliche vengano difese anche con il sostegno dei privati. «Nel mondo anglosassone», dice, «funziona così da tempo e nessuno si scandalizza, anzi».

Della Valle spiega però che la decisione dovrà essere presa in fretta, entro l’anno, «perché i tempi dell’impresa sono diversi da quelli della politica». E Tod’s è un’azienda quotata, per cui «deve mettere in budget la spesa prima di chiudere il bilancio». L’altro paletto, come si era già detto nei giorni scorsi, riguarda l’indisponibilità ad offrire un pacchetto chiavi in mano. «Noi provvederemo solo alla parte finanziaria», continua, per il resto dovrà vedersela il ministero dei Beni culturali.
Infine, Della Valle non sembra favorevole a compagni di viaggio. L’idea di un’ammucchiata di sponsor lanciata lo scorso aprile da Alemanno durante la visita in Giappone, insomma, non va bene. Tutt’al più si può costituire una «bella associazione Amici del Colosseo», dove chi voglia, i cittadini, i lavoratori, anche con piccolissimi contributi, possa partecipare al progetto. Qualunque cosa ci sia sotto, c’è chi non vuole lasciarsi sfuggire l’occasione. «Il bando pubblico che si è chiuso il 30 settembre è quanto la legge ci imponeva di fare», ha detto senza troppe cerimonie il commissario delegato per le aree archeologiche di Roma e Ostia Antica, Roberto Cecchi, «da domani si può aprire una procedura negoziata con il gruppo Tod’s».

© Libero