L’onda lunga delle agevolazioni di Stato continua a produrre effetti distorsivi sul mercato dell’auto. Anche a novembre la Fiat ha infatti scontato pesantemente i vantaggi ottenuti lo scorso anno grazie agli ecoincentivi.
Le nuove immatricolazioni in Europa hanno subito un crollo del 23,7%, attestandosi a 74.194 vetture, contro le 97.301 del novembre 2009. Ad ottobre le vendite avevano registrato un calo del 32,7% a 73.774 unità. Complessivamente, nei primi 11 mesi dell’anno, la flessione del gruppo torinese si è attestata in Europa al 16,9%. Il risultato è che la quota di mercato del Lingotto è scesa al 6,7%, rispetto all’8,2% registrato un anno fa e rispetto al 6,9% di ottobre.
Da Torino non si scompongono più di tanto. «Questi risultati», spiegano, «sono allineati con quelli ottenuti da Fiat nei precedenti mesi di quest’anno» e «ancora una volta il risultato di Alfa Romeo è in controtendenza, con le vendite aumentate (soprattutto grazie a Giulietta) del 25,6%». Mentre Panda e 500 «si confermano in Europa al vertice del segmento A». Dal Lingotto fanno poi notare che «il forte rallentamento registrato nei mercati europei con maggiore presenza di Fiat è la principale causa del calo delle vendite». In novembre, infatti, l’Italia ha perso il 21,1%, la Francia il 10,8%, la Spagna il 25,5% e la Germania il 6,2%. Al contrario, la Fiat avrebbe «ottenuto risultati decisamente positivi» in alcuni mercati minori. Per esempio, in Olanda, dove il settore cresce del 38,1%, la casa torinese aumenta i volumi del 107,1%. In Portogallo, dove il mercato cresce del 19,2%, la crescita è del 27,1%.
Non ci sono letture particolare, invece, per sminuire il problema con cui dovrà fare i conti la Chrysler, che si è vista costretta a richiamare dal mercato Usa circa 367.350 veicoli per problemi all’airbag. I veicoli interessati dalla revisione sono i minivan Town e Country e Dodge Grand Caravan prodotti nel 2008.
Sul fronte della difficile vertenza su Mirafiori, intanto, Federmeccanica ha convocato i leader di Fim, Uilm, Fismic e Ugl (le sigle che hanno firmato l’ultimo contratto nazionale) per lunedì prossimo per attivare la commissione paritetica per la messa a punto di norme specifiche per il settore auto. A quel tavolo, che dovrebbe offrire a Sergio Marchionne le flessibilità contrattuali necessarie a far rientrare la minaccia di uscire da Confindustria, è appeso l’intero esito della trattativa per l’avvio di Fabbrica Italia.
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