venerdì 24 settembre 2010

Moretti fa causa ai francesi per lo stop all’alta velocità

 Il treno è avveniristico e affusolato. Vola sui binari a 400 chilometri orari e può essere smontato e rimontato internamente in poco tempo per adattarsi alle diverse esigenze di utilizzo. Ma ieri, al salone tedesco Innotrans, la più grande fiera mondiale del settore dei trasporti, non è stato il gioiellino targato AnsaldoBreda (Finmeccanica) e Bombardier a tenere banco. Malgrado il fascino del nuovo V300 Zefiro, i riflettori berlinesi erano tutti puntati sullo scontro a distanza con i francesi di Alstom, il cui ricorso al Tar del Lazio ha congelato la maxi gara da 1,56 miliardi indetta dalle Fs per la fornitura di 50 treni superveloci. Sulla fusoliera dello Zefiro c’è già il marchio Fs, ma per sapere se viaggerà effettivamente sui binari italiani bisognerà aspettare il 29, quando i giudici si esprimeranno sulla sospensiva. Uno sgambetto. Nessuno lo dice, ma è questo il sospetto che trapela dalle parole durissime di Mauro Moretti, che è pronto a chiedere un robusto risarcimento (si parla di centinaia di milioni di euro) per i «danni gravi e irreparabili» dovuti a ritardi che rischiano di far «mancare all’azienda l’appuntamento col mercato».
Nella circostanza si potrebbe configurare anche un danno erariale, visto che, spiega il manager, «l’azienda è anche sottoposta alla giustizia contabile». La convinzione dell’ad delle Fs è che il Tar, alla fine, rigetti l’istanza, perché la gara si è svolta in maniera assolutamente regolare. Ma non è questo il punto. Al di là della decisione dei giudici, Moretti vuole  verificare se ci sia stata della “malafede” nell’iniziativa di Alstom. La lista dei moventi è lunga. Intanto, ricorda lo stesso Moretti, i francesi sono legati al principale concorrente privato sull’alta velocità.  Alstom, infatti, fornirà i 25 treni Italo  con cui Luca Cordero di Montezemolo  costituirà la flotta della sua Ntv (dove  le ferrovie francesi Sncf sono nel capitale con il 20%). Un progetto che partirà alla fine del 2011 sulle tratte italiane  e che  potrebbe essere favorito dall’intoppo delle Fs sullo Zefiro. Ma tra le questioni in sospeso ci sono anche pesanti penali che l’azienda francese potrebbe dover pagare per i  problemi che si sono verificati su alcuni modelli di treni regionali  forniti alle Ferrovie dello Stato.
Immediata la replica di Alstom, che ha accusato Moretti di avere trasformato la cosa in una questione personale. Quanto al ricorso, ha spiegato il presidente Philippe Mellier, «si tratta di  fatti, non di sogni. Le nostre obiezioni sono fondate e accetteremo serenamente il verdetto dei giudici». Controreplica: «Siamo un’azienda che persegue solo il business senza tener conto di amicizie o inimicizie», fanno sapere fonti vicine all’ad.
Comunque andrà il ricorso, sarà difficile che i treni superveloci potranno essere firmati da Alstom. L’ad fa capire che se il Tar dovesse bocciare la gara, non ci sarà alcun bis. «A quel punto apriremo una trattativa privata», spiega:  «Non possiamo pagare più di trenta milioni per quel treno». Come dire: per i 35 offerti da Alstom non c’è   possibilità. Un’altra certezza è che la vicenda si andrà ad aggiungere agli altri contenziosi già aperti con i cugini d’Oltralpe. Per certi versi, c’entra sempre Montezemolo. Il quale, come ricorda Moretti, «ha solo i francesi di Sncf come partner industriale». Per il resto,  «tutti i i finanziamenti fanno capo ad un’unica banca». Che è Intesa Sanpaolo. A fronte dell’ingresso dei francesi, Moretti continua a ricevere porte sbattute in faccia. Da oltre un anno sta cercando di sbarcare   sulla tratta Torino-Lione, ma ogni volta le autorità d’Oltralpe si inventano qualcosa di nuovo. Risultato: le Fs non hanno ancora neanche potuto avviare la sperimentazione dei treni. «Altro che liberalizzazioni», sbotta Moretti, «a parole sono tutti bravi. Poi quando si va sul concreto si scopre che solo da noi il mercato si è aperto».
Moretti ribadisce che il futuro è sul mercato delle grandi rotte europee. L’opposto, dice sorridendo, di Alitalia, «che ha preso “rottine” interne con valore più politico che economico».

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