«Responsabilità e trasparenza». Sono queste, secondo Ferruccio Fazio, le due parole chiave per capire l’impatto del federalismo sulla sanità. «Ci sarà una maggiore responsabilità delle regioni sulla spesa», spiega il ministro della Salute, «la storia degli ultimi anni ci ha insegnato che le regioni che non hanno avuto disavanzi hanno offerto una qualità dell’assistenza migliore di quelle che hanno accumulato cospicui disavanzi». Contemporaneamente, prosegue Fazio, «diverrà più trasparente il rapporto tra quantità di risorse finanziarie richieste ai cittadini tramite le varie leve fiscali e il loro corretto utilizzo da parte delle amministrazioni regionali. Il federalismo sanitario oltre a eliminare gli attuali sprechi garantirà a tutti i cittadini l’effettiva erogazione dei livelli essenziali di assistenza».
Il Cerm ha calcolato che se tutte le regioni si fossero già allineate ai costi standard invece che alla spesa storica il fondo nazionale avrebbe potuto già nel 2009 risparmiare circa 4 miliardi sui 107 spesi. Ma i tagli non andranno a scapito della qualità dei servizi?
Nelle analisi condotte dal Cerm e anche da altri istituzioni scientifiche universitarie, quale ad esempio l’Istituto Sant’Anna di Pisa, è stato evidenziato che nei vari settori della spesa sanitaria vi sono cospicui margini di recupero di efficienza. In altre parole si può spendere meno di quello che oggi si spende. Tuttavia in questa maggiore spesa vi sono due componenti di pari entità che occorre tenere ben distinte. La prima si riferisce a veri e propri sprechi che vanno semplicemente eliminati. La seconda invece si riferisce a linee di erogazione di servizi offerte talvolta a scapito di altre prestazioni comunque necessarie e comprese nei livelli essenziali di assistenza. In questo secondo caso si tratta di una spesa che non va eliminata ma riqualificata.
Le industrie farmaceutiche temono che la lotta agli sprechi si traduca in una riduzione dei farmaci rimborsabili. È così?
Non è prevista alcuna riduzione dei farmaci rimborsabili, il costo fissato dall’Aifa è uno dei più bassi d’Europa. È prevista invece una maggiora appropriatezza prescrittiva grazie alla quale risparmiare risorse per l’utilizzo di farmaci innovativi.
I contraccolpi sulla spesa farmaceutica per le aziende ospedaliere, però, saranno inevitabili...
Dobbiamo partire da una considerazione importante: la maggior parte dei farmaci innovativi sono per loro natura destinati a un uso ospedaliero. Risulta quindi evidente come sia indispensabile trovare le risorse economiche per sostenere la spesa ospedaliera regionale. Tutto ciò che costituisce il futuro della cure delle patologie più importanti non potrà che essere gestito in ambito ospedaliero. Esiste, quindi, prima di tutto un problema circa la congruità dell’attuale valore di riferimento della spesa farmaceutica ospedaliera. Un problema, tuttavia, che deve essere affrontato combattendo con forza ogni forma di spreco e di uso inappropriato dei farmaci. È necessario che ogni Asl e tutte le Regioni utilizzino quegli strumenti di appropriatezza prescrittiva e di rimborso condizionato con cui l’Aifa ha autorizzato l’immissione in commercio dei farmaci più costosi. In ultima istanza, è doveroso che ogni azienda farmaceutica partecipi attivamente ad una revisione costante dei prezzi dei propri prodotti, adeguando gli stessi ai volumi di vendita progressivamente guadagnati evitando così che sia necessario ricorrere a manovre straordinarie, quando una costante gestione può garantire la sostenibilità del sistema.
Pensa che puntare sui generici può essere un modo per riallineare la spesa?
Il farmaco generico ha un valore imprescindibile per la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale poiché rende disponibili le risorse necessarie a garantire un accesso sempre più ampio ai farmaci. La scelta del generico da parte del medico prescrittore e del cittadino non deve rappresentare solo un mezzo di contenimento della spesa ma deve diventare un fenomeno e un atteggiamento culturale di utilizzo responsabile delle risorse comuni.
Prima dell’estate ha condiviso le richieste dell’industria farmaceutica sostenendo di preferire alle gare per selezionare i farmaci generici più convenienti una riduzione progressiva del prezzo. Quale sarà la procedura?
La procedura è chiarissima ed è contenuta nel comma 9 dell’articolo 11 della legge Finanziaria. L’Aifa avrà il compito di operare una ricognizione dei prezzi vigenti nell’Ue e conseguentemente dovrà fissare un prezzo massimo di rimborso per confezione. L’obiettivo è quello di attivare un circolo virtuoso che spinga le aziende ad abbassare autonomamente il prezzo di vendita al pubblico.
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