Domenica scorsa la sinistra aspettava ghignando le annunciate contestazioni tutte interne al centrodestra contro Fini a Mirabello. E invece, il brutto copione è andato in scena alla festa del Pd a Torino, dove nel mirino di un gruppo di militanti poco pacifici intervenuti alla kermesse non è finito un esponente della maggioranza o un imprenditore, ma un sindacalista. Uno dei più moderati, per giunta, come il leader della Cisl, Raffaele Bonanni. Episodi di contestazione si erano già verificati la scorsa settimana nei confronti del presidente del Senato, Renato Schifani.
Ma ieri la tensione è salita alle stelle. E al posto di qualche fischio sono invece volati i fumogeni e si è sfiorato lo scontro fisico. Oltre ai cartelli di insulti (“Marchionne comanda, Bonanni obbedisce”) i contestatori hanno accolto il segretario della Cisl al grido di “vergogna”, lanciando fac simili di 50 euro con la scritta “il denaro è un buon servo e un cattivo padrone”. Non soddisfatto, qualcuno del gruppo ha pensato bene di lanciare un fumogeno contro il palco, che ha sibilato verso Bonanni colpendo fortunatamente alla fine solo il giubbotto di striscio. Ancora non contento, qualcuno è addirittura salito sul palco, sperando di raggiungere fisicamente l’odiato sindacalista che negli ultimi mesi si è permesso di lavorare in direzione di un nuovo rapporto tra capitale e lavoro per aumentare la produttività senza lasciare i lavoratori senza garanzie o, peggio ancora, senza impiego.
I contestatori sono stati tutti identificati. Tra loro, oltre ad alcuni esponenti dell’area antagonista anche studenti medi e universitari, precari e qualche lavoratore. Complessivamente si è trattato di un gruppo di circa 50 persone. La studentessa che ha lanciato il fumogeno frequenta il centro sociale Askatasuna, una delle realtà antagoniste più dure di Torino. È chiaro che dietro l’aggressione a Bonanni c’è il clima di tensione delle ultime settimane sulla vicenda Fiat. Non è un caso che tra i primi a condannare l’accaduto siano stati Cgil e Fiom, che nei giorni scorsi non hanno risparmiato un’escalation dei toni e delle polemiche. Unanimi e generalizzati gli attestati di solidarietà a Bonanni e di denuncia nei confronti degli aggressori. Anche il padrone di casa Pierluigi Bersani si è affrettato a telefonare al leader della Cisl parlando di «inconcepibile attacco squadrista». Lo stesso segretario del Pd, però, così come altri esponenti del partito, non ha mancato di sottolineare polemicamente le responsabilità delle forze dell’ordine che avrebbero vigilato poco e male. Critiche immediatamente rintuzzate dal Questore di Torino, Faraoni, il quale ha voluto ricordare che la polizia ha sempre dovuto tener conto delle richieste arrivate dagli organizzatori. E in serata, a dimostrazione del clima ormai arroventato, a Terni è stato contestato Luigi Angeletti, segretario della Uil, ospite della locale Festa democratica.
Durissima la condanna arrivata da Confindustria, che guarda con «preoccupazione al ripetersi di fenomeni di intolleranza nei confronti proprio di chi è più impegnato nel dialogo e nel processo di riforma della società».
© Libero