giovedì 8 novembre 2012

Monti si rimangia la bozza Giavazzi

Il paragone è impietoso, soprattutto per la tempistica. Solo due giorni fa l’ex capo del gigante aerospaziale Eads, Louis Gallois, ha consegnato al presidente Francois Hollande le conclusioni di un rapporto commissionato dal governo francese sostenendo che per rilanciare la competitività serve un taglio del cuneo fiscale di 30 miliardi. Il giorno dopo, seppure con alcune varianti che hanno fatto storcere il naso alle imprese, l’esecutivo di Parigi ha annunciato un piano di agevolazioni sulle imposte di 20 miliardi.

Ed ecco invece l’Italia. Ricordate il piano Giavazzi? Incaricato ad aprile dal governo di studiare la razionalizzazione e il taglio degli incentivi alle imprese, l’economista della Bocconi a luglio ha presentato la sua ricetta: una sforbiciata di circa 10 miliardi l’anno (su un totale stimato di circa 33 miliardi) per liberare risorse da destinare al carico fiscale. Colto alla sprovvista il governo ha inizialmente glissato. Il caldo estivo e le tensioni sui mercati finanziari hanno fatto il resto. Nel giro di tre mesi il piano ha rifatto capolino notevolmente ridimensionato. Ad ottobre il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, ha spiegato che le risorse liberate non sono 10 miliardi, «la cifra è inferiore». Secondo alcune indiscrezioni giornalistiche dopo una serie di riunioni i tecnici del Tesoro avrebbero abbassato l’asticella a 4 miliardi di incentivi potenzialmente eliminabili, ipotizzando, però, una cifra finale molto più bassa. Le previsioni si stanno puntualmente avverando. Stando a quanto riportato ieri dalla Stampa la cifra su cui starebbero ragionando gli esperti di Via XX Settembre sarebbe addirittura scesa a 500 milioni. Le voci su cui il governo ritiene di poter affondare il bisturi, si fa per dire, sarebbero i contributi all’editoria, quelli per l’emittenza locale e il fondo unico per lo spettacolo. Le briciole, insomma.

Intanto alla Camera si continua a lavorare sulla legge di stabilità, il cui approdo nell’aula di Montecitorio è però slittato a mercoledì prossimo. La novità di ieri riguarda i falsi invalidi. La commissione Bilancio ha infatti approvato un emendamento bipartisan all’articolo 4 che prevede 150mila nuovo verifiche, ogni anno, per i prossimi 3 anni per un totale di 450mila controlli. Non si è ancora raggiunta una intesa, invece, sull’uso delle risorse che deriverebbero dalla modifica del capitolo sull’Irpef. Ieri si è valutata la proposta dell’Udc di aumentare nel prossimo anno gli assegni familiari, cosa che assorbirebbe l’intero miliardo a disposizione per il 2013. I beneficiari sarebbero circa 4 miliardi di soggetti (1,3 di pensionati e 2,6 di lavoratori con redditi bassi). Questa spesa proseguirebbe negli anni successivi facendo diminuire la dotazione sul 2014 e il 2015 di un miliardo. Per il 2014 Brunetta ha proposto di destinare un miliardo e mezzo al taglio dell’Irap e il restante mezzo miliardo al lavoro. La sua tesi è che nel capitolo lavoro, su cui insiste il relatore del Pd, Pier Paolo Baretta, vada annoverato il finanziamento per i salari di produttività (1,2 miliardi per l’anno prossimo e 400 milioni per l’anno successivo). Ma Baretta non è dello stesso parere, anche perché queste somme si esauriscono comunque nel 2014. La riunione è stata aggiornata senza alcun esito concreto. I relatori si sono impegnati a presentare gli emendamenti venerdì.
 Al Senato, invece, si torna a parlare del fondo taglia-tasse. Tra gli emendamenti alla delega fiscale presentati alla commissione Finanze ce ne sono diversi, presentati da Pd e Udc, che chiedono di destinare il gettito derivante dalla lotta all’evasione ad un Fondo destinato a finanziare sgravi fiscali.


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