venerdì 9 novembre 2012

I pm rovinano la festa a Finmeccanica

Il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, ieri mattina ha spiegato che «l’Italia ha bisogno di una Finmeccanica forte» e che questo è l’impegno del governo. Nessuno, però, deve averlo detto ai magistrati. Nel giorno in cui il gruppo dell’elettronica e dell’aerospazio, per una volta, poteva far parlare i numeri del bilancio al posto dei verbali di polizia giudiziaria, i pm di tre procure della Repubblica hanno deciso di fare un supervertice per spartirsi i filoni d’inchiesta.

Un’iniziativa sicuramente programmata da tempo, ma che, guarda caso, si è svolta esattamente nelle stesso giorno e nelle stesse ore in cui il cda di Finmeccanica si è riunito per l’approvazione della trimestrale. Coincidenze bizzarre, e forse un po’ inquietanti, che non possono comunque oscurare i risultati portati a casa dall’ad Giuseppe Orsi, che non solo ha rispettato la tabella di marcia prevista dal piano industriale, ma è riuscito anche a fare qualcosina in più. Il gruppo ha infatti chiuso i primi nove mesi con un utile netto di 146 milioni (+90% escludendo gli effetti degli oneri eccezionali e al netto della plusvalenza per la cessione del 45% di Ansaldo Energia) e ricavi per 12,2 miliardi (+1% a parità di perimetro). Nel terzo trimestre l’utile è salito a 75 milioni (dai 25 milioni del terzo trimestre 2011 e i ricavi si sono attestati a quota 4,1 miliardi (+8%). I numeri, al di là della bufera giudiziaria che ha travolto il gruppo e il manager, certificano che la cura Orsi sta funzionando. «Pur in un contesto nazionale e internazionale caratterizzato da crescente incertezza», ha spiegato il numero uno di Finmeccanica, «il piano di ristrutturazione procede secondo quanto previsto». Il che significa non che gli sforzi siano finiti, perché «il percorso di rilancio è impegnativo e di non breve durata», ma che il gruppo «è fiducioso di rispettare gli obiettivi per l’esercizio in corso». Anche sul pacchetto di dismissioni da 1 miliardo, il cda ha ribadito l’intenzione di arrivare entro l’anno «alla definizione di proposte contrattuali conclusive e irrevocabili concordate con le controparti».

Sul piano industriale, insomma, il peggio sembra alle spalle. Così non è, invece, su quello giudiziario, dove i pm hanno messo in atto una manovra a tenaglia che non promette nulla di buono. Il vertice tenutosi a Roma a Piazzale Clodio, presenti i pm della Capitale, quelli di Napoli e quelli di Busto Arsizio, si è infatti concluso senza lasciare nessuno a bocca asciutta: tutte e tre le procure continueranno ad indagare su Finmeccanica. Roma si occuperà delle forniture fatte dalle società Augusta Westland, Selex e Telespazio al governo di Panama, dove è coinvolto l’ex manager Pozzessere. A Napoli resterà il filone brasiliano che vede indagato l’ex ministro Scajola, mentre a Busto Arsizio resterà il fasciolo a carico di Orsi per la presunta tangente sulla fornitura di elicotteri all’India. Su quest’ultimo capitolo ieri, dopo le rassicurazioni dell’aeronautica militare indiana, anche fonti del ministero della Difesa hanno ribadito che la commessa dei 12 Aw101 va avanti come previsto, essendosi svolto tutto in maniera ssolutamente regolare.

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