Il problema è che, a differenza del vecchio redditometro, che già a volte sfornava dati completamente scollegati dalla realtà, il nuovo pretende non solo di stabilire la capacità di mantenimento di determinati beni e servizi, ma di individuare, attraverso una serie di coefficienti di ponderazione standardizzati, il reale tenore di vita del contribuente. In altre parole, oltre alle spese effettivamente dichiarate, un algoritmo stabilirà a tavolino che alcune spese valgono più di altre. A che scopo, altrimenti, prevedere negli indici di calcolo le attività sportive, i circoli culturali, gli abbonamenti pay tv o i centri benessere? Sono i 20 o 30 euro al mese che spendiamo per vedere film o partite di calcio a pagamento gli esborsi che veramente incidono sulla nostra contabilità familiare?
È chiaro che alcuni indicatori sono stati inseriti appositamente per far scattare l'attenzione del software che dovrà “presumere” il nostro reddito. Si tratta, in sostanza, di elementi che, uniti a quelli statistici su base territoriale e sociale, porteranno il nuovo redditometro ad ipotizzare determinate spese anche se queste non compaiono nell'estratto conto della nostra carta di credito.
Del resto, la norma parla di «contenuto induttivo di elementi di capacità contributiva individuato mediante l'analisi di campioni significativi di contribuenti, differenziati anche in funzione del nucleo familiare e dell'area territoriale di appartenenza». Il principio, messa così, è molto simile a quello degli studi di settore, che ha già avuto conseguenze disastrose per le partite Iva. Con la differenza, peggiorativa, che in questo caso lo strumento manterrà anche la possibilità di far scattare l'accertamento sintetico con l'inversione dell'onere della prova a carico del contribuente. Qualcuno, ad esempio, dovrà giustificare redditi presunti di 50mila euro per mantenere auto che ne valgono a malapena 20mila, oppure capacità di spesa ancora più elevate per abitazioni ereditate dai nonni ed ora considerate di pregio perché si trovano in un centro storico di una grande città. Alla faccia del fisco dal volto umano.
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