giovedì 29 novembre 2012

Bluff della Fornero sui ricongiungimenti

Lo stratagemma tecnico non è ancora ben chiaro. Forse neanche alla stessa Elsa Fornero. L’obiettivo, però, è quello di aggirare il problema della copertura finanziaria attraverso una norma interpretativa della legge del 2010 sui ricongiungimenti onerosi. È questa l’ipotesi a cui sta lavorando il ministro del Welfare, secondo quanto emerso ieri pomeriggio al termine dell’incontro con il comitato ristretto della commissione Lavoro della Camera, che sta cercando di risolvere la questione dei maxi esborsi chiesti dall’Inps per unificare una precedente posizione previdenziale con un altro ente.

Chi si aspettava una defezione del ministro è stato smentito. La Fornero non ha voluto sottrarsi e si è presentata personalmente all’appuntamento previsto con l’organismo parlamentare. Ugualmente smentito, però, è stato anche chi pensava che l’incontro sarebbe servito a qualcosa. La responsabile del Welfare non si è dilungata molto in discussioni, limitandosi a rinviare tutto alla prossima settimana e a salutare tutti cordialmente.
«Stiamo lavorando, come sempre cerchiamo di fare» per individuare una soluzione sulla ricongiunzione dei contributi previdenziali, ha detto la Fornero, uscendo dalla commissione Lavoro della Camera. Il ministro, ha riferito il leghista Massimiliano Fedriga, si sarebbe detta d’accordo sulla linea di prevedere una ricongiunzione gratuita, se dalla stessa deriva un trattamento meno vantaggioso. Formulazione che ha fatto gridare vittoria al Carroccio («Il ministro dà ragione alla posizione sostenuta dalla Lega Nord»), ma che è tutta da interpretare. Il trattamento Inps è infatti meno vantaggioso di quello Inpdap, ma dalla ricongiunzione deriva comunque un trattamento più vantaggioso.

Di dettagli, in ogni caso, ancora non ce ne sono. Il ministro o il viceministro, ha detto Fedriga, torneranno mercoledì prossimo con una proposta. «Speriamo solo», ha aggiunto il capogruppo leghista in commissione, «che la Fornero non cambi opinione e che gestisca questa questione con maggiore accortezza di quanto non abbia fatto con gli esodati».
L’ipotesi a cui si sta lavorando è quella della via amministrativa. Senza passare, dunque per un intervento legislativo che richiederebbe una adeguata copertura. In linea teorica, come spiega Maurizio Sacconi, la strada è percorribile. «Confido», dice l’ex ministro che ha firmato la legge sui ricongiungimenti onerosi, «che, con esito migliore dei miei tentativi dell’epoca, la ministro Fornero possa ottenere dalla Ragioneria dello Stato una interpretazione della norma sulle ricongiunzioni onerose coerente con il fatto che non le fu riconosciuto, all’atto della sua approvazione, alcun effetto finanziario. Tale interpretazione dovrebbe consentire la gratuità della gran parte delle ricongiunzioni». Se così fosse, e c’è da augurarselo, resterebbe solo da capire per quale motivo fino a ieri il problema non era considerato risolvibile senza caricare la spesa pubblica di oneri per circa un miliardo di qui al 2022. Dov’è il trucco?

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