«Fra le cose non accadute» al summit «perché non le abbiamo fatte accadere», ha detto con orgoglio Mario Monti al termine del vertice Ue, c’è quella relativa al supercommissario. Resta da capire, al di là del tempo impegnato da alcuni Paesi a contrastare la pretesa della Germania di mettere sotto tutela tutti i bilanci dei singoli Stati, quali cose siano invece accadute al summit. Il premier, dopo aver ribadito l’apertura del governo a cambiare la legge si stabilità a saldi invariati, ha spiegato anche che nel vertice «non si è espressamente parlato di eurobond», ma «questo non significa che un giorno il tema non possa diventare operativo». Il mistero si infittisce.
Per trovare uno straccio di decisione bisogna accontentarsi di quella relativa ad «accentuare la pressione della Ue sulle riforme strutturali». Non è molto, ma evidentemente dopo che Mario Draghi è riuscito con l’artiglieria pesante della Bce ad allentare le tensioni sullo spread, i leader europei non hanno più molta fretta di contrastare la crisi del debito.
«Le acque sono più calme», ha dichiarato il presidente del Consiglio Herman van Rompuy. Per la prima volta da due anni non al centro dei negoziati, la Grecia ha ricevuto parole di incoraggiamento. Il premier greco Antonis Samaras si è mostrato fiducioso sull'atteso esborso della prossima tranche di aiuti da 31,5 miliardi entro metà novembre. Samaras ha avuto un breve colloquio con la Merkel e riferito di avere invitato ad Atene sia Hollande che Monti.
In realtà, una questione sul tavolo c’era. Il tema forte del vertice era la vigilanza unica bancaria. E qui la Germania, mentre gli altri si accapigliavano sul supercommissario dei bilanci, ha avuto la meglio. Scettica fin dall’inizio sull’ipotesi di mettere le sue banche sotto la tutela della Bce, Angela Merkel è riuscita a disinnescare la mina, ottenendo che al posto della partenza prevista per gennaio 2013, entro quella data si formalizzi un accordo politico sulla supervisione unica. E rimasto un termine di massima al 2014, ma la sensazione è che il rinvio non sarà breve. Prima si è parlato di un paio di mesi, poi si è fatta strada la consapevolezza che la vigilanza unica non vedrà la luce prima del prossimo autunno. Insomma, si vedrà.
Il premier Monti ha comunque colto l’occasione della conferenza stampa finale per dire che il governo «non farà un'altra manovra». Una promessa che era stata fatta anche prima della legge di stabilità, che invece ha portato in dote un’altra bella dose di tasse aggiuntive.
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