mercoledì 17 ottobre 2012

Telecom apre le danze sulla rete mobile 4G

Navigare a 100 mega senza rame, doppini, fibre ottiche e tutte le altre diavolerie su cui gli operatori di telefonia discutono da anni senza cavare un ragno dal buco. Sulla carta la banda ultralarga mobile (per gli esperti Long Term Evolution o, più semplicemente 4G) è l'uovo di Colombo. Niente fili, niente infrastrutture, niente diatribe infinite sull'architettura della rete, le modalità di accesso, l'unbundling e via dicendo. Basta mettere una chiavetta al proprio computer o accendere il proprio telefonino e la connessione è già lì, bella e pronta.

Nella realtà, le cose sono un po' più complicate. Intanto, la velocità della linea dipende dall'affollamento della rete, e nelle grandi città, quando la nuova tecnologia sarà diffusa, i colli di bottiglia saranno all'ordine del giorno. Poi ci sono i problemi della ricopertura del territorio, attraverso nuove antenne, e delle interferenze, considerato che le frequenze sono dello stesso tipo di quelle utilizzate dalle emittenti per il digitale. Un problema che è già stato sollevato e di cui il governo sembrava essersi occupato nel decreto sviluppo di questi giorni, salvo poi rimangiarsi il provvedimento all'ultimo minuto, con la creazione di un fondo per gli interventi di installazione di appositi filtri da parte degli operatori. Infine, questione forse ancora più spinosa alcuni blocchi di frequenze sono ancora occupati dalle emittenti televisive.

Detto questo, la banda ultralarga mobile, considerato anche il sostanziale stallo su quella fissa, è sicuramente un tassello fondamentale dell'agenda digitale e del futuro delle tlc. Non è un caso che circa un anno fa gli operatori, malgrado la crisi, hanno messo sul piatto ben 4 miliardi di euro per accaparrarsi i pacchetti di frequenze messi all'asta dal governo. Con l'avvicinarsi della scadenza di gennaio 2013, che dovrebbe vedere la piena operatività della nuova tecnologia, le compagnie telefoniche stanno spingendo sull'acceleratore. Ieri Telecom ha annunciato che dal 7 novembre saranno disponibili le nuove chiavette e i tablet per navigare in mobilità fino a 100 megabit. La partenza del servizio sarà per ora limitata a Roma, Milano, Torino e Napoli. Ma entro la fine dell'anno, promette la società, la Lte sarà estesa a più di 20 città e poi a tutto il territorio nazionale. Interessanti le offerte, che vanno da quella base di 35 euro al mese a quella di 349 euro tutto compreso per navigare tutto l'anno senza limiti di tempo alla massima velocità disponibile.
Ma Tim non è la sola ad anticipare i tempi. Anche da Vodafone fanno sapere che tutto è pronto. Il servizio partirà il 31 ottobre, con offerte dedicate. Inizialmente a Roma e Milano, per poi estendersi alle altre città. Lavori in corso pure ad H3G Italia, che ha promesso di inaugurare la nuova rete entro novembre, a partire sempre da Roma e Milano.

Per ora, la banda ultralarga mobile sarà circoscritta solo alle frequenze da 1800 Mhz, che sono già libere e richiedono meno investimenti, essendo possibile trasmettere il segnale anche attraverso le vecchie antenne 3G. Per il passo successivo, saranno necessari ulteriori sforzi economici. E molto, sembra di capire, dipenderà anche dai segnali che arriveranno dalla prima fase sperimentale nelle principali città. Se la risposta del mercato sarà positiva, è probabile che il servizio sarà esteso anche agli altri blocchi da 2600 e 800 Mhz. È in questo scenario che si inserisce la proposta arrivata alcuni giorni fa da Wind, che pure sta lavorando alla nuova rete con offerte che saranno lanciate a breve. Secondo l'ad Maximo Ibarra sarebbe opportuno unire le forze e pensare ad una «condivisione della rete mobile» attraverso la creazione di «una nuova società entro 12/18 mesi». Proposta raccolta da Telecom. «Sui tralicci qualunque ulteriore approfondimento della cooperazione è interessante», ha detto l'ad Marco Patuano, ricordando che «la concorrenza sul mobile è stata possibile proprio perché c'era concorrenza di infrastrutture».

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