Dopo quattro anni il monopolio di Alitalia sulla Roma-Milano sembra avviarsi verso la conclusione. Il Tar del Lazio ha infatti respinto nel giudizio di merito il ricorso della compagnia aerea contro la decisione dell’Antitrust dello scorso aprile, che imponeva a Cai di aprire la tratta Linate-Fiumicino ad uno o più concorrenti. La decisione dei giudici amministrativi non lascia più spazi di manovra alla società di Roberto Colaninno.
Lo scorso luglio, infatti, il tribunale aveva già respinto la richiesta di sospensiva ed ora la compagnia, anche in caso di ricorso (già annunciato) davanti al Consiglio di Stato, sarà comunque costretta a mettere in moto l’operazione di cessione di otto slot (quattro da Linate e quattro da Fiumicino) presentata a settembre all’antitrust. Il passo indietro obbligato sulla rotta più redditizia d’Europa (che il governo lasciò in mano alla Cai con una deroga alle normative antitrust) rischia di essere fatale per Alitalia, che solo martedì scorso ha presentato ai sindacati un piano industriale lacrime e sangue, con riduzione dei voli e altri 690 esuberi previsti, per tentare di inseguire un pareggio di bilancio che continua ad allontanarsi (nel primo semestre il bollettino parla di 201 milioni di perdite). Ma la partita è ancora da giocare. E l’impatto sui conti della società potrebbe essere meno devastante del previsto. Intanto, si tratta solo di quattro voli andata e ritorno sugli oltre trenta che la compagnia effettua ogni giorno. Secondo l’autorità guidata da Giovanni Pitruzzella, «la misura è idonea a consentire la rimozione della posizione di monopolio detenuta sulla rotta». La sensazione, però, è che per ottenere un minimo di competizione sarà determinante capire quali saranno gli orari che verranno liberati e chi sarà a gestirli. Due punti su cui i vettori concorrenti hanno già storto il naso.
La procedura proposta da Alitalia e approvata dall’Antitrust per la riassegnazione degli slot non prevede infatti, come accade solitamente, che a decidere sia l’organismo preposto costituito tra aeroporti e vettori Assoclearance, ma una società di revisione contabile angloamericana, Nexia International, scelta e pagata per il servizio dalla stessa compagnia. La Nexia, nel ruolo di monitoring trustee, farà la sua valutazione di quale sia il concorrente migliore a rilevare i diritti di volo (i cui orari saranno proposti da Cai), prendendo in esame la solidità finanziaria, la completa indipendenza da Alitalia e la sostenibilità dei piani industriali per gestire le nuove rotte. Sulla carta non a una grinza, ma molti operatori non ci vedono chiaro.
La gara, comunque, adesso entrerà nel vivo. In corsa per entrare sulla Roma-Milano ci sono due società low cost, la britannica EasyJet (data per favorita, considerato che è già presente a Linate e che già opera con voli tra Malpensa e Fiumicino) e la spagnola Vueling, ma anche le italiane Meridiana Fly-Air Italy e Blue Panorama. Tra i candidati ci sarebbe poi anche la Livingston di Riccardo Toto, figlio di quel Toto che fondò l’Air One e che ora è anche socio dell’Alitalia.
Qualunque sarà il verdetto finale, una cosa è sicura: prima di poter viaggiare tra Roma e Milano senza salire su un aereo Alitalia dovranno ancora passare diversi mesi. Tecnicamente la compagnia concorrente potrebbe organizzare i voli già a partire dal prossimo 28 ottobre, termine indicato dall’Antitrust che coincide con il giorno di partenza della stagione invernale. Ma chi sarà scelto da Nexia dovrà in ogni caso organizzare i servizi di terra e pubblicizzare i voli. Cose che non si possono davvero fare in un paio di settimane. Con tutta probabilità, dunque, salvo imprevisti, la fine del monopolio sulla Roma-Milano dovrebbe coincidere con l’avvio della prossima stagione, in primavera.
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