giovedì 4 ottobre 2012

Doppio schiaffo del governo alle imprese sui debiti della Pa

Oltre al danno la beffa. Sul nodo caldissimo dei debiti della Pa nei confronti delle imprese ieri dal governo è arrivata una doppia doccia gelata. La prima firmata da Corrado Passera. Dopo aver passato mesi ad assicurare che il recepimento della direttiva Ue che fissa tempi certi per i pagamenti delle imprese sarebbe avvenuto in anticipo sulla scadenza, ieri il ministro dello Sviluppo, in un messaggio inviato alla giornata del credito, ha annunciato che il provvedimento arriverà solo entro la fine dell’anno.

Per giustificare l’ennesimo rinvio Passera gioca sul’equivoco delle date. Il termine europeo per il recepimento scade infatti a marzo 2013. Peccato, però che nel frattempo il Parlamento abbia approvato lo Statuto delle imprese, una legge che delega il governo a recepire la direttiva entro il prossimo novembre. «Ero alla giornata del credito e voglio pensare sia stato un refuso», ha detto a Libero, Giorgio Guerrini, presidente di Confartigianto e presidente di turno di Rete Imprese Italia, «considerato che solo qualche settimana fa, durante l’incontro con il governo, Passera ci ha assicurato che avrebbe provveduto proprio entro novembre e non oltre».
Ma a bruciare di più a Guerrini, che ricorda come i tempi medi di pagamento della Pa e dei privati nei confronti delle piccole imprese sono di 137 giorni e nell’ultimo anno sono aumentati di 44 giorni (più del doppio della media Ue), sono le parole pronunciate da Vittorio Grilli durante l’audizione alla Camera sul Def. Sono stati stanziati, ha detto il ministro dell’Economia, «6,7 miliardi di euro per anticipare i pagamenti della pubblica amministrazione più in ritardo. Purtroppo ad oggi devo dire che per 1,4 miliardi non abbiamo richieste». Come dire: le imprese denunciano, ma poi non incassano. Come è possibile? «È chiaro», spiega Guerrini, «che le imprese non possono andare direttamente al Tesoro a battere cassa, ma devono fatturare all’ente pubblico al quale poi spetta recuperare le risorse del governo e saldare il conto. Spero non sia una furberia per scaricare la responsabilità. Vorrei ricordare a Grilli che stiamo ancora aspettando i decreti attuativi per la certificazione dei crediti e che siamo l’unico Paese al mondo in cui i creditori pagano gli interessi al posto dei debitori».

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