giovedì 25 ottobre 2012

Il piano del Pdl contro Imu e Irap

Il Pdl rilancia sulla legge di stabilità. «Non ci limitiamo», ha spiegato ieri il segretario del Pdl, Angelino Alfano, «solo ad eliminare alcuni aspetti critici, come la retroattività delle detrazioni fiscali e l’aumento di un punto percentuale dell'Iva, ma avanziamo anche altre proposte come la creazione di fatti nuovi: due fondi, uno a sostegno della famiglia, uno a sostegno delle imprese». Le due proposte sono state illustrate nel corso dell’incontro di martedì sera con Mario Monti e saranno messe sul tavolo durante l’esame parlamentare del provvedimento.

L’obiettivo è chiaro: abbassare le tasse. «Se riusciremo ad alimentare il fondo per le famiglie», ha promesso Alfano, «la prima cosa che faremo è eliminare l’Imu sulla prima casa». Non solo: «Provvederemo ad abbassare l’Irap nel caso in cui riuscissimo ad alimentare il fondo per le imprese».
Quanto alla copertura, ha detto il leader del Pdl nel corso di una conferenza stampa a Via dell’Umiltà, «le risorse devono essere prese riducendo la spesa pubblica e abbattendo il debito».
La regola dei saldi invariati imposta dal governo, insomma, non si tocca. «Non abbaiamo alla luna dicendo solo che le tasse devono essere abbassate», ha proseguito Alfano, «ma ci impegnano per trovare strade alternative per reperire i soldi necessari». E le strade alternative, secondo l’ex ministro Renato Brunetta, passano per «una riscrittura complessiva della della legge di stabilità». A questo scopo, l’economista del Pdl ha proposto ai colleghi di «incentrare la discussione in Commissione» sulla parte fiscale, rinviando le altre proposte ad altri provvedimenti che stanno per giungere in Parlamento, dal dl sviluppo alla spending review.
Resta da vedere cosa ne pensa il governo. «C’è un dialogo, lo continueremo e c’è lo spazio per altri tipi di combinazioni, ma solo a saldi invariati», ha ribadito ieri pe l’ennesima volta il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli. Mentre Alfano ha spiegato che «Monti ha ascoltato con grande interesse le proposte». Ovviamente, ha aggiunto, «la logica non può essere quella di un telequiz. Il governo non da risposte immediate ad uno schiocco di dita, ma da parte del premier non abbiamo percepito una preclusione».

Va oltre Pierluigi Bersani, che ieri ha concluso la girandola di audizioni informali del premier. «Ho trovato Monti disponibile, appassionato ai saldi ma anche a dare qualche segnale», ha detto il segretario del Pd, spiegando quindi che i «margini» e gli «spazi» per intervenire «ci sono». Gli spazi, ha ripetuto Bersani, dovrebbero essere usati per intervenire sul «beneficio per i ceti popolari e sulla domanda». Per quanto riguarda gli enti locali e la sanità, ha spiegato il leader del Pd, «noi siamo favorevoli a misure per ridurre i costi della politica, ma non a norme che limitino l’impianto delle autonomie». Bersani ha poi ribadito che la scuola è «troppo colpita». Ma sulla difesa degli insegnanti ieri è arrivata la prima convergenza politica.   Preceduto dalle rassicurazioni del sottosegretario Rossi Doria (sulle 24 ore «il pericolo è scongiurato»), è arrivata nel pomeriggio la notizia che Pd, Pdl e Udc stanno predisponendo, insieme ai colleghi dei rispettivi gruppi parlamentari, un emendamento per abrogare la norma che prevede l’aumento dell’orario, da 18 a 24 ore, delle lezioni per gli insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado. Bisogna ancora capire dove si troverà i 182,9 milioni di euro per il 2013 che senza la norma risulteranno scoperti.
Ben altre modifiche ha chiesto, invece, ieri Confindustria, secondo cui la legge di stabilità «non delinea interventi chiari e decisi né sulla competitività né sulla crescita». La riduzione delle aliquote Irpef, ha spiegato in audizione alla Camera il dg Marcella Panucci, «si distribuisce su un amplissimo numero di soggetti con effetti unitari modesti anche sul lavoro dipendente, senza ridurre la parte di costo del lavoro del cuneo fiscale». È su questo, al contrario, che avrebbe dovuto concentrare la sua attenzione il governo. Agendo sulla detrazione per lavoro dipendente e sull’Irap, «gli effetti positivi sulla riduzione del cuneo sarebbero ben più evidenti e rappresenterebbero una precisa scelta di rotta».

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