mercoledì 24 ottobre 2012

Indagato lo sceriffo delle assicurazioni

Alla fine, la mina Fonsai si è abbattuta pure sull’Isvap. Il nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Torino ha perquisito ieri la sede dell’authority a Roma su mandato della procura del capoluogo piemontese che sta indagando sullo sgretolamento del gruppo fino a pochi mesi fa guidato dalla famiglia Ligresti. A quanto si apprende, i pm titolari dell’inchiesta, Vittorio Nessi e Marcio Gianoglio, hanno iscritto nel registro degli indagati, per concorso in falso in bilancio, anche il numero uno dell’Isvap, accusato di negligenza nei controlli svolti sulla compagnia di assicurazione. Dopo aver passato al setaccio gli uffici dell’autorità, le Fiamme Gialle si sono recate anche nella casa dello stesso presidente, per una perquisizioni finalizzata a recuperare riscontri relativi a presunti inadempimenti e ritardi.

Per Giancarlo Giannini è una doccia gelata, che arriva, paradossalmente, alle battute finali di un lunghissimo mandato durato più di dieci anni. Il presidente, ora tecnicamente commissario straordinario, è infatti restato alla guida dell’authority solo per la gestione ordinaria, in attesa dell’entrata in vigore della riforma prevista dal decreto sviluppo della scorsa estate, che affida il controllo sulle assicurazioni alla supervisione di Bankitalia. Non appena Via Nazionale avrà messo a punto il nuovo statuto, presumibilmente entro la metà di novembre, il direttorio provvederà a proporre al governo i nomi dei due commissari e a quel punto l’Isvap chiuderà definitivamente i battenti per lascerà il posto all’Ivass.
La nuova autority di controllo del settore sarà presieduta direttamente dal dg di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni, che insieme al governatore Ignazio Visco e ai tre vicedirettori generali di Palazzo Koch deciderà anche l’indirizzo, la direzzione strategica, nonché i provvedimenti di rilevanza esterna e quelli di carattere normativo. Un passaggio di consegne che potrebbe sembrare quantomai opportuno, vista la piega che hanno preso le indagini su Fonsai.
Ma le responsabilità di Giannini sono tutte da verificare. Il presidente dell’Isvap dal pedigree assolutamente bipartisan (nominato una prima volta nel 2002 dal governo Berlusconi e confermato una seconda volta nel 2007 dall’esecutivo guidato da Prodi, in entrambi i casi con pareri parlamentari votati a larghissima maggioranza) si difenderà con le unghie, sostenendo, come ha sempre fatto finora, di aver messo in atto tutto ciò che era in suo potere per vigilare sul gruppo assicurativo dei Ligresti.

Al di là dell’inchiesta che ora lo travolge anche sotto il profilo penale, non è la prima volta che Giannini finisce nel mirino per la vicenda Fonsai. Le associazioni dei consumatori, che ieri hanno salutato con soddisfazione l’iniziativa della procura, martellano da mesi sulle responsabilità del presidente dell’Isvap, accusandolo di aver, nel migliore dei casi, girato la testa dall’altra parte. Ma le bordate più pesanti sono quelle arrivate da alcune inchieste giornalistiche. Come quella condotta dall’Espresso, che alcuni mesi fa ha tirato fuori due diversi rapporti interni, datati 2003 e 2008, dai quali emergerebbe che l’authority aveva già da tempo acceso i riflettori sulle difficoltà di solvibilità del gruppo Fonsai e gli elevati livelli di indebitamento. Ben prima, in ogni caso, della certificazione dello stato di crisi arrivata solo nel marzo del 2011. Di fronte alla documentazione scovata dall’Espresso, Giannini non si è scomposto, anzi ha rivendicato la «continuità e la correttezza» dell’azione di vigilanza nei confronti del gruppo, spiegando che se le cose «fossero andate come riportato dalla ricostruzione di stampa, la vicenda del gruppo Fonsai, che ancora presenta indici di solvibilità positivi a livello delle singole compagnie che lo compongono, ma che la stessa ricostruzione da già per fallito nel 2003, andrebbe iscritta di diritto nella categoria dei miracoli della finanza».
E in tema di miracoli, non può non sembrare incredibile la tempistica scelta dalla procura. Giannini terminerà il suo doppio mondato occupandosi delle vicende del gruppo Fonsai, proprio come aveva iniziato. Fu lui, infatti, nel 2002, appena salito alla guida dell’Isvap, a dare il via libera definitivo alla fusione tra le due compagnie Fondiaria e Sai.

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