giovedì 1 marzo 2012

Monti forza i tempi delle liberalizzazioni con l'ottava fiducia

Mario Monti ha promesso che seguirà il dibattito parlamentare sulle liberalizzazioni con grande attenzione. Ma solo per essere certo che che «il testo finale, che diventerà legge, contenga i risultati desiderati in termini di   sviluppo, di occupazione e di minore costo per le imprese e i cittadini». Da dibattere, in effetti, c’è poco assai. Dopo aver costretto i relatori a falciare la maggior parte dei circa 2mila emendamenti presentati in commissione (ne sono passati alla fine 141 che non hanno, come era stato annunciato, modificato più di tanto l’impianto del provvedimento), con l’ottava fiducia in poco più di tre mesi (alla faccia della larghissima maggioranza) il governo ha anche spazzato via in un colpo solo i 1.700 presentati in aula. Quanto al passaggio alla Camera, i deputati avranno appena il tempo di vedersi passare il testo sotto il naso e di votare una prevedibile ulteriore fiducia. Il disegno di legge di conversione arriva a Montecitorio il 19 marzo, il decreto scade il 24, cinque giorni dopo.

Malgrado lo scarso spazio concesso alle Camere, servito più che altro a smussare alcuni passaggi delle già timide misure messe in campo dal governo, i partiti provano lo stesso a cantare vittoria. «A me piace il bicchiere pieno di liberalizzazione, c’è stato qualche passetto indietro, ma c’è stato anche qualche passetto avanti. E nei passetti avanti c’è l’imprinting del Pd», dice con orgoglio il segretario Pierluigi Bersani. Dall’altra parte arriva la perentoria dichiarazione del presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, secondo il quale «ci sono state delle seccanti pressioni del mondo bancario che sono state regolarmente respinte». Qualche delusione in più nel Terzo Polo. «È un passo avanti, ma non è una svolta», dice Francesco Rutelli, che rivendica anche lui il merito di «aver tenuto rispetto al rischio di un tracollo sotto la pressione delle corporazioni».

Il voto di fiducia, dopo il via libera delle pregiudiziali di costituzionalità arrivato ieri pomeriggio, è previsto per oggi. Il maxiemendamento del governo dovrebbe recepire, ma il condizionale è d’obbligo, il testo uscito dalla commissione Industria del Senato. Tra le ultime novità, dopo il superamento dei nodi su taxi (il pallino torna ai sindaci) e farmacie (limate di poco le nuove aperture), approvate nella nottata di martedì spiccano i due emendamenti alle norme sulle assicurazioni, che prevedono risarcimenti più veloci in caso di furto e diminuzione automatica del premio da pagare. La riduzione del costo dell’Rc auto sarà automatica se il proprietario della polizza non ha avuto incidenti nel corso dell’anno precedente. Agli automobilisti virtuosi sarà inoltre riconosciuta la stessa tariffa su tutto il territorio nazionale. Un altro emendamento al decreto riguarda i tempi entro cui gli enti locali dovranno emanare le norme per l’apertura di nuove attività commerciali, che slittano di sei mesi. Novità anche per le pubbliche amministrazioni, che potranno saldare i loro debiti anche attraverso compensazioni e per i proprietari di barche, che potranno occasionalmente il proprio mezzo pagando una tassa unica del 20% e vedranno la trasformazione della tassa di stazionamento in tassa di possesso.
Tutt’altro che chiusa, invece, la questione tesoreria unica: il compromesso raggiunto in commissione con il voto di un paio di ordini del giorno che rinviavano il problema ad un momento successivo, (e forse ad un emendamento al decreto fiscale) non basta alla Lega e agli Enti Locali.
Sul fronte delle semplificazioni, intanto, va segnalato l’emendamento passato nelle commissioni Affari costituzionali e Attività produttive della Camera che obbliga gli enti locali a pubblicare sui propri siti i codici iban per consentire il pagamento on line di multe e tributi.

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