martedì 27 marzo 2012

Finmeccanica si mette a dieta

Una Finmeccanica piccola, ma pulita. La definizione è di Mediobanca, ma piace molto anche alla City di Londra. A prendere in prestito il suggerimento rivolto dalla banca d'affari italiana agli investitori è stato ieri il Financial Times, che alla vigilia della presentazione dei conti ha dedicato un lungo articolo al colosso della difesa e dell'aerospazio. Le previsioni non sono rosee. Giuseppe Orsi ha già terrorizzato il mercato a inizio mese annunciando lo slittamento di due settimane del cda sul bilancio. Oggi, che è venuto il momento della verità (i dati saranno diffusi questo pomeriggio) il rischio è che lo shock sia ancora più forte. Il quotidiano londinese ritiene che il gruppo (che ieri ha perso in Borsa l'1,53%) si presenterà all'appuntamento con una quota di perdite che potrebbe aggirarsi sui 2,3 miliardi di euro, a fronte dei 560 milioni di utile con cui è stato chiuso l'esercizio 2010.

Allo stesso tempo, però, il Financial si dice fiducioso sulla capacità dei Orsi, nel suo nuovo doppio ruolo di amministratore delegato e presidente (dopo l'uscita di scena di Pier Francesco Guarguaglini), di riportare il gruppo sui binari dopo la bufera giudiziaria e finanziaria dei mesi scorsi. L'operazione non sarà facile. Sia sotto il profilo della governance sia sotto quello del business. Il manager ha già fatto fuori, per questioni formalmente legate alla performance professionale, oltre 40 dirigenti della vecchia gestione. Tra questi anche il responsabile delle relazioni istituzionali, Lorenzo Borgogni, coinvolto nello scandalo delle presunte tangenti, che è stato sostituito da Carlo Maria Fenu. A lui, ex Ansa, ex portavoce dell'ex ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa ed ex Deutsche Bank, Orsi ha affidato il compito di rilanciare un'immagine di Finmeccanica che dire offuscata è poco dopo le bordate giudiziarie che nei mesi scorsi hanno colpito l'azienda. Il Financial Times, forse un po' sbrigativamente, riassume il malcostume emerso in alcuni settori e uomini del gruppo con la definizione di era Guarguaglini-Berlusconi. La realtà è forse un po' più complessa. Così come gli intrecci che, nel bene e nel male, si sono sviluppati tra azienda e politica da anni ben più antichi di quelli dominati dal Cavaliere. Orsi, in ogni caso promette più etica e più attenzione alla governance, con tolleranza zero verso pratiche non in linea con il nuovo corso. A garanzia delle promesse, secondo il quotidiano londinese, ci sarebbe la nomina dell'ex giudice Giuseppe Grecchi, come capo dell'organo di vigilanza previsto dalla legge 231.

Fin qui la Finmeccanica più pulita. Per quella più piccola la strada non è meno impervia. L'Ft si aspetta oggi un massiccio elenco di svalutazioni. A partire da quella della statunitense Dsr, pagata nel 2008 5,2 miliardi di dolalri e il cui avviamento dovrebbe essere sforbiciato di circa 500 milioni di euro. Altro capitolo che gli investitori si aspettano sia affrontato è quello delle dismissioni. Si tratta, in sostanza, di aggiornare il mercato sul piano annunciato a novembre per ridurre il debito del gruppo (oggi sopra i 4,6 miliardi) attraverso le cessioni di Ansaldo Breda, Ansaldo Energia, Ansaldo Sts e del 14% di Avio. Ed è qui che il quotidiano della City sembra suggerire vie diverse da quelle ventilate nelle scorse settimane da alcuni osservatori. L'Ft cita le parole di Monti usate per incoraggiare, a giudizio del quotidiano finanziario, la Fiat a seguire il profumo dei soldi e non quello della bandiera nazionale («il gruppo non ha il dovere di pensare solo all'Italia»). E il messaggio, non esplicito, sembra rivolto all'ipotesi di un coinvolgimento diretto della Cdp o del Fondo strategico del Tesoro nelle dismissioni del gruppo. Ipotesi che a Londra, legata a doppio filo al business di Finmeccanica, a partire da AgustaWestland (guidata fino allo scorso anno proprio da Orsi), non appare molto gradita. Meglio, sembra suggerire la comunità finanziaria britannica, una stragia che riporti il gruppo in salute inseguendo una logica industriale, senza troppi legami con Via XX Settembre. L'obiettivo è la rinascita nel 2013. In mezzo, ci sono 12 lunghi e faticosi mesi.

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