La solita storia. La buona volontà c'è, i soldi no. Le commissioni Bilancio e Finanze del Senato, che stanno esaminando il decreto sulle semplificazioni fiscali, sono ancora alla ricerca di soluzioni sull'Imu. Sono molti gli emendamenti che chiedono deroghe alla nuova imposta sugli immobili, ma «il governo non ci dice le risorse disponibili», riferisce a margine dei lavori a Palazzo Madama Giovanni Legnini del Pd, componente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama. «Come gruppo», aggiunge, «abbiamo sollecitato governo e relatori a definire i pareri sugli emendamenti ancora accantonati e a dichiarare la disponibilità a poche significative modifiche, a partire proprio dall'Imu». Le Commissioni stanno dunque procedendo a rilento, accantonando le questioni principali. Secondo quanto riferito, il governo avrebbe rinviato a oggi la risposta su eventuali risorse disponibili per modificare il decreto.
Ieri pomeriggio il relatore Antonio Azzollini (Pdl) aveva mostrato ottimismo, assicurando che sull'Imu sarebbero arrivate delle novità. Più cauto il presidente della commissione Finanze e relatore, Mario Baldassarri (Terzo Polo), secondo cui «si attendono risposte dal governo». In ogni caso, è facile immaginare fin d'ora che qualcuno resterà a bocca asciutta. Le modifiche richieste a gran voce da uno schieramento assolutamente bipartisan per alleggerire la stangata sulla casa sono infatti troppe, e troppo onerose per i conti dello Stato, per essere accolte tutte.
Resta da capire chi riuscirà in queste ore a mettere in campo le pressioni più forti. Di sicuro non molleranno la presa i sindaci. L'Anci sta lavorando da tempo alla possibilità di escludere gli immobili comunali dal pagamento dell'Imu. Si tratterebbe, in sostanza, di tornare al vecchio regime dell'Ici, che non prevedeva balzelli sulle proprietà dell'ente locale. La denuncia dei sindaci è che con la nuova norma, considerata la disposizione che prevede il dirottamento del 50% del gettito sull'Imu ordinaria alle casse dello Stato, i Comuni già a corto di risorse si troverebbero a dover pagare al Tesoro un balzello aggiuntivo su scuole, asili, centri ricreativi e su qualsiasi tipo di attività sociale svolta in immobili di proprietà. L'Anci si dice comunque ottimista. Sono «giorni decisivi» per la questione dell'Imu sugli immobili comunali, spiega il presidente nazionale dell'associazione, nonché sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio. L'incontro con il governo è previsto per oggi, ma è chiaro che le trattative sono già in corso. «Sull'esito finale non mi sbilancio», aggiunge, «ma per la prima volta il governo sta dimostrando di voler risolvere il problema». Delrio propone anche la soluzione: «La questione è quella di trovare la copertura finanziaria, ma siccome ci è stata tolta la tesoreria unica, che vale 300 milioni, penso si potrebbe far leva su questa voce».
Agguerriti sono anche gli ex Istituti case popolari e le cooperative. La cui sorte potrebbe essere legata a quella dei Comuni. L'esenzione dall'Imu per le case dell'Iacp e per le unità immobiliari appartenenti alle cooperative a proprietà indivisa, che prima, essendo equiparate alle abitazioni principali usufruivano dell'esclusione totale dall'Ici ed ora si troverebbero a dover pagare l'aliquota Imu ordinaria dello 0,67%, è prevista in numerosi emendamenti, molti dei quali provenienti da esponenti del Pd.
A firma prevalente Pdl e Terzo polo sono invece le richieste di modifica che riguardano i terreni agricoli e i fabbricati rurali ad uso strumentale. La stangata per gli agricoltori, secondo la versione Imu del Salva Italia, sarebbe durissima. Sui fabbricati rurali fino al 2011 non pagavano la vecchia Ici, mentre da giugno pagheranno la nuova Imu con la rendita rivalutata a seconda dei casi del 130 per cento (non iscritti alla previdenza agricola)e 110 per cento (iscritti alla previdenza agricola). Coldiretti ha stimato un impatto complessivo per il settore di oltre un miliardo di euro. Anche qui, però, l'ottimismo non manca. «Siamo fiduciosi», ha detto il presidente Sergio Marini, «che possa emergere un sostanziale cambiamento dell'attuale norma sull'Imu, particolarmente penalizzante per il settore agricolo e che il lungo lavoro fatto al tavolo possa portare a consistenti miglioramenti che rendano più equo e sopportabile l'impatto sulle imprese agricole».
Nutrono speranze anche i proprietari di case affittate. Alcuni giorni fa Confedilizia ha lanciato l'allarme sull'impatto della nuova Imu per gli immobili locati a canone calmierato, che prima godevano di particolari agevolazioni e ora verrebbero stangati con aumenti che arrivano fino al 3mila per cento. Anche in questo caso gli emendamenti non mancano. La richiesta è quella di bloccare la tassazione per questi immobili all'aliquota base del 4 per mille.
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