La compagnia di bandiera italiana adesso è irlandese. Il sorpasso era previsto e annunciato, ma ieri è arrivata la certificazione dei numeri. Con 28,1 milioni di passeggeri trasportati nel 2011 da e per il nostro Paese la Ryanair è diventata la prima società aerea in Italia. Alla faccia della crisi.
Mentre l’ex ad di Alitalia Rocco Sabelli, sotto la supervisione del presidente Roberto Colaninno, faceva i salti mortali per far quadrare i conti e rispettare il piano industriale previsto dal piano Fenice, il gruppo low cost continuava ad aumentare le rotte e ad imbarcare passeggeri. Risultato: la ex compagnia di bandiera ha chiuso il bilancio 2011 con una perdita netta di 69 milioni (doveva essere l’anno dell’utile o, quantomeno, del pareggio) a fronte di un aumento dei passeggeri del 5,5% a quota 25 milioni. Ryanair invece ha registrato una crescita dei passeggeri del 20% facendo dell’Italia uno il principale mercato della compagnia, dopo quello del Regno Unito-Irlanda, con un network di 22 aeroporti e 390 rotte in totale. Per la stagione estiva sono poi in arrivo altre 54 nuove rotte da 16 diversi aeroporti.
Insomma, la strada del nuovo ad Andrea Ragnetti è tutta in salita. Una delle principali sfide, non a caso, riguarderà proprio il mercato low cost e quello dei voli charter, dove Alitalia si appresta a combattere con i due marchi di cui è stata annunciata l’acquisizione, Wind Jet e Blue Panorama. Resta chiaramente da vedere quale sarà il verdetto dell’Antitrust, chiamato, dopo la fine dell’immunità concessa ad Alitalia-Cai dal governo, a giudicare il grado di concorrenza sulle rotte italiane. «Preferiamo non fare commenti fino a quando la situazione non è chiara», dicono da Ryanair. Anche se i numeri non depongono a favore della compagnia di Colaninno: con l’integrazione delle due società Alitalia avrebbe il controllo di fatto di quattro delle prime cinque rotte italiane per numero di passeggeri.
Annunciando lo storico sorpasso Melisa Corrigan, Sale & Marketing manager di Ryanair, ha ricordato che la compagnia ha iniziato le operazioni in Italia nel 1998, con il volo da Treviso a Londra. Da allora la crescita è stata esponenziale. Più o meno negli stessi anni, dal 2001 al 2007, i manager della ex compagnia di bandiera erano impegnati a bruciare soldi su soldi. Secondo le ricostruzioni della Gdf nell’ambito del processo per bancarotta per dissipazione o distrazione in corso a Roma (la scorsa settimana sono arrivate le richieste di rinvio a giudizio per sette persone tra cui gli ex ad Francesco Mengozzi e Giancarlo Cimoli) in quel periodo gli amministratori di Alitalia avrebbero incassato oltre 18 milioni di euro (7 per emolumenti e 11 per «altri compensi non meglio specificati), affidato incarichi per 28 milioni e concesso consulenze (tra cui una da 51 milioni alla McKinsey) per altre centinaia di milioni.
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