giovedì 24 gennaio 2013

Dimenticati 170mila esodati. Altra lite Inps-Fornero

È di nuovo caos sui numeri degli esodati. Solo due giorni fa Elsa Fornero aveva annunciato con soddisfazione l’avvio della chiusura della pratica per i primi 65mila salvaguardati. «È un mio impegno», ha assicurato il ministro del Welfare, spiegando che «entro i primi di febbraio partiranno le lettere» che permetteranno a una parte dei lavoratori tutelati di accedere al trattamento previdenziale con le vecchie regole. Successivamente si esamineranno le domande per il decreto appena pubblicato in Gazzetta ufficiale, che prevede altri 55mila salvaguardati. Oltre questi, ci sono 10mila posti per gli esodati della riforma Sacconi e 10mila per i quali sono stati inseriti fondi nella legge di stabilità. In tutto, ha ricordato la Fornero, si tratta di 140mila esodati per cui sono stati stanziati 9,3 miliardi.

Caso chiuso? Macché. Ieri il Messaggero ha ricordato al ministro che ci sono ancora centinaia di migliaia di persone che rischiano di restare senza tutele. Secondo i dati contenuti in una relazione inviata lo scorso maggio dall’Inps al ministero del lavoro, infatti, i lavoratori esodati sarebbero 390.200. Su questi dati ci fu una polemica con la stessa Fornero che parlò di «gioco al massacro» e di documento diffuso per «danneggiare il governo». I numeri, però, parlano chiaro: l’esecutivo ha finora salvato con diversi provvedimenti 140mila persone, mentre altre 80mila, secondo quanto dichiarato nei mesi scorsi dal presidente Inps, Antonio Mastrapasqua, sono riuscite ad andare in pensione entro dicembre 2012 (per un totale reale di salvaguardati di 220mila). Quindi le persone per le quali andrebbe cercata una soluzione, se ci si basa sui numeri iniziali dell’Inps dovrebbero essere circa 170.000. Che fine faranno? Nessuno lo sa, neanche il ministro. «È una fonte Inps, dovete chiedere all’Inps», ha risposto ieri la Fornero a chi le chiedeva un commento, spiegando «che ci sono conti dei quali il ministro ancora una volta non viene informato». Il direttore generale dell'Inps, Mauro Nori, ha però assicurato al ministro Fornero che non esistono nuove cifre oltre a quelle che i ministeri del Lavoro e dell’Economia hanno già. L’Inps, si legge in una lettera, «non ha effettuato ulteriori elaborazioni statistiche» sui lavoratori esodati «che non siano quelle già note» ai due ministeri.

Il problema, come ha detto il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, «è che si omette di ricordare che, a fronte della soluzione legislativa per la questione esodati, costruita negli scorsi mesi in Parlamento, fu proprio il governo ad opporre l'argomento del costo insostenibile, che ci pare venne calcolato più o meno su quei numeri». In altre parole, le cifre snocciolate dal Messaggero sono note da tempo e «il ministro dimostra, ancora una volta, di non aver ben compreso l’entità del disastro compiuto dal governo di cui fa parte». Chi invece lo ha ben compreso è Pierluigi Bersani, che non ha caso cerca in tutti i modi di prendere le distanze dalle conseguenze di un provvedimento votato anche con i voti del Pd. «Non accetto di farmi fare le pulci da chi ha provocato problemi come quello degli esodati», ha detto il candidato premier della sinistra fingendo che la cosa non lo riguardi.

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