Con Bersani e Monti ci sarà una manovra correttiva «bestiale» prima dell’estate, a colpi di patrimoniale. La profezia stile Maya, considerato lo stato di salute delle finanze degli italiani, arriva da Giulio Tremonti. Provocazione da campagna elettorale? Forse. Sta di fatto che nessuno smentisce.
L’opinione dell’ex ministro dell’Economia, che può non piacere, ma non è proprio estraneo alla materia dei conti pubblici, è che «le voci di spesa più critiche hanno copertura fino a primavera». Ergo, «ci sarà bisogno di una manovra correttiva bestiale».
Tremonti ha pochi dubbi anche sugli strumenti che verranno utilizzati, se a vincere saranno il Pd e i montiani. Con loro, assicura l’ex ministro dai microfoni di Radio Anch’io, «ci sarà una superpatrimoniale, oltre all’Imu». Del resto, prosegue, su questo punto «i programmi coincidono». Il problema è che «le patrimoniali ci sono» e «moltiplicarle e aggiungerne altre è gravissimo», dice il leader di Lavoro e Libertà, secondo cui l’Imu sulla prima casa varata dal governo Monti altro non è che una «fortissima patrimoniale». Quanto alle accuse di essere stato l’artefice, nel precedente governo, dell’imposta, il ministro rinvia tutto al mittente: «A gettiti invariati dal 2014 e senza incidere sulla prima casa è una cosa totalmente diversa... Quando le cose vanno bene è merito suo, quando vanno male la colpa è degli altri: Monti dovrebbe prendersi le responsabilità delle sue decisioni». Secondo Tremonti, inoltre, «una patrimoniale permanente deve adattarsi all'andamento dell’economia, se va malissimo e c’è la recessione, sugli immobili colpisce ancora di più. Allora si deve adattare la base imponibile alla realtà ed alla situazione economica e sociale. Una patrimoniale deve calcolare l’attivo ma anche il passivo».
Sulla possibilità di una manovra in primavera, purtroppo, non arrivano smentite. Il leader del Pd, Pierluigi Bersani prima svicola, «non lo so, non ho elementi», poi ammette: «Quelle che so è che il 2013, dal punto di vista sociale, occupazionale e della tenuta finanziaria, sarà molto difficile».
Quanto alla patrimoniale, invece, lo scenario è più chiaro. Rispondendo alle domande di Lillu Gruber a Otto e mezzo, Bersani ha detto chiaramente che il pd «pensa ad una patrimoniale personale su patrimoni immobiliari sopra un certo valore, un milione e mezzo... due milioni». Anche se Tremonti resta convinto che la soglia sarà necessariamente più bassa.
D’altro canto, la patrimoniale non è l’unica leva fiscale a cui pensa il leader del Pd. «Vanno riorganizzate le aliquote», ha detto ieri a Sky Tg 24, «Credo che, senza esagerare, si possa pensare a una riduzione delle aliquote più basse e medie e un innalzamento di quelle più alte. Certo senza arrivare a certi estremi...» tipo la Francia. E l’esempio d’Oltralpe ritorna anche nelle parole di uno degli alleati di Monti, pure lui impegnato a dissimulare le intenzioni in materia fiscale con un balletto interpretativo. Intervistato da Tgcom 24 sulla possibilità di una patrimoniale, Gianfranco Fini ha risposto: «Dipende che cosa si intende. Se si parla di un principio di equità dovrebbe già essere così, mentre se si intende un’azione come quella di Hollande in Francia è evidente che si tratta di una cosa diversa. La tassazione deve essere progressiva, ma non deve gravare solo su una fascia sociale».
L’unico che ha risposto chiaramente sul tema in questi giorni è stato Corrado Passera, che però non è (ancora) candidato. Su Twitter è stato chiesto al ministro dello Sviluppo: «Perché no la patrimoniale?». Netta la replica: «Perché la patrimoniale è stata introdotta, si chiama Imu e basta».
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