Tante tasse, tanta evasione. Malgrado i blitz spettacolari degli agenti dell’erario nelle località di villeggiatura, le nuove misure di controllo a tappeto introdotte dal governo tecnico e le dichiarazioni di guerra più volte proclamate dallo stesso Mario Monti i furbetti del fisco non mollano la presa. Anzi.
I numeri snocciolati ieri dalla Guardia di Finanza sono impressionanti. Nel 2012 sono stati denunciati 11.769 responsabili di frodi e reati fiscali, principalmente per aver utilizzato o emesso fatture false (5.836 violazioni), per non aver versato l’IVA (519 casi), per aver omesso di presentare la dichiarazione dei redditi (2.579 violazioni) o per aver distrutto/occultato la contabilità (2.220 casi).
Sul fronte dell’evasione fiscale internazionale, i ricavi non dichiarati ed i costi indeducibili scoperti dalle Fiamme Gialle ammontano a 17,1 miliardi (erano 11 nel 2011).
A finire sotto la lente della Guardia di Finanza sono stati principalmente i trasferimenti “di comodo” delle residenze di persone e società nei paradisi fiscali, lo spostamento all’estero di capitali per non pagare le tasse in Italia mediante atti negoziali ed operazioni di ristrutturazione societaria formalmente ineccepibili o operazioni di transfer pricing.
Sono poi stati scoperti 8.617 evasori totali che hanno occultato redditi al fisco per 22,7 miliardi di euro (21 nel 2011), cui si aggiungono ulteriori 16,3 miliardi riferiti agli altri fenomeni evasivi.
Complessivamente, tra ricavi e costi non deducibili, si tratta di 56,1 miliardi di soldi sottratti al fisco, 6 miliardi in più di quelli scovati nel 2011. Trend in forte crescita anche per i lavoratori in nero: 16.233 scoperti rispetto ai 12.676 del 2011. Solo l’Iva resta stabile. Quella dovuta/non versata nel 2012 ammonta a 4,8 miliardi, contro i 5,2 dell’anno precedente.
In sostanza, quasi tutti gli indicatori contenuti nel bollettino di guerra presentato ieri dal Comandante generale della Guardia di Finanza, Saverio Capolupo, sono in deciso aumento. A questo punto, si può pensare che le cifre più elevate siano il frutto di un corrispondente incremento della quantità e della qualità dei controlli effettuati dalle Fiamme Gialle. Ed in parte è sicuramente così.
Ma il numero praticamente stabile delle persone denunciate (11.769 nel 2012 contro 12.030 nel 2011) lascia intravedere anche un’altra lettura, che ci rimanda direttamente all’incredibile ed esponenziale aumento della pressione fiscale nel corso degli ultimi dodici mesi. Tanto per non dimenticare, nel 2012 il peso delle imposte rispetto al pil è balzato del 2,2% arrivando alla quota mostruosa del 44,7%. Percentuale che ci colloca al terzo posto dei Paesi più tartassati d’Europa dopo Danimarca e Svezia. In soldoni, si tratta di circa 35 miliardi di balzelli aggiuntivi piovuti sulla testa degli italiani. E per il 2013 si prevedono, se tutto va bene, ovvero al netto di possibili patrimoniali o manovre aggiuntive che si intravedono all’orizzone, altri 9 miliardi di tributi da versare all’erario.
Se questa è la situazione, è facile prevedere che i cittadini continueranno ad evadere come e più di prima. Con buona pace delle minacciose e spettacolari campagne messe in atto dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, con il sostegno del premier uscente Mario Monti. Del resto, il primo a non credere nell’effetto Cortina è proprio Capolupo. Interpellato dal Sole 24 Ore sull’efficacia dei blitz mediatici a caccia di scontrini il comandante delle Fiamme Gialle è lapidario: «Resto dell’avviso che occorra sempre lavorare in silenzio e a fari spenti, anche per tutelare i contribuenti e l’economia». I numeri sembrano dargli ragione. Dei 447mila controlli effettuati dalla Gdf su scontrini e ricevute fiscali il 32% è risultato irregolare. Una percentuale assai alta, che mal si concilia con le teorie sul potente effetto deterrente delle clamorose operazioni di caccia all’evasore realizzate nel corso dell’ultimo anno dagli agguerriti agenti delle entrate.
© Libero